Editoriale

Cappuccino & Cornetto. I tagli alla Cultura penalizzano anche te. Digli di smettere

Nella sua rubrica Marco Ferri riflette sui tagli pubblici alla cultura in Italia. "Meno sarà fruibile la Cultura, più è destinata a peggiorare la nostra pubblicità. La creatività pubblicitaria del nostro Paese si sarebbe meglio dovuta alimentare dell'immenso patrimonio culturale e artistico espresso dalla storia della nostra Penisola".
Meno soldi pubblici alla Cultura in Italia sono una vera sciagura. Per molte categorie: gli operatori culturali, gli operatori turistici, la
formazione scolastica. Cinema, teatro, pittura, scultura, scrittura, archelogia, arte, in tutte le sue discipline sono una ricchezza inestimabile. Bisognerebbe considerarle un "bene comune", come l'acqua, come l'aria.

Ma un'aspetto è sfuggito, anche ai critici più feroci delle norme governative che hanno tagliato i fondi pubblici alla Cultura: meno
sarà fruibile la Cultura, più è destinata a peggiorare la nostra pubblicità.

La creatività pubblicitaria del nostro Paese si sarebbe meglio dovuta alimentare dell'immenso patrimonio culturale e artistico espresso
dalla storia della nostra Penisola.

Figuriamoci che succederà adesso, se la fruizione di questo enorme patrimonio di idee fosse ostacolata dalla mancanza di finanziamenti:
copy writer, art director, a quale fonte di ispirazione potrebbero abbeverarsi? Ispirarsi alle forme, ma anche ai contenuti della storia della produzione culturale italiana è aria pura, che serve a rigenerare il cervello. La qual cosa certo non farebbe male alle donne e agli uomini del contatto, del media, degli eventi, del web. Per non
dire delle donne e degli uomini del marketing in azienda.

I tagli alla Cultura penalizzano tutti. Diciamogli di smettere.
Beh, buona giornata.