Editoriale
Cappuccino & Cornetto. La peggio gioventù (grazie alla tv)
Nella sua rubrica quotidiana, Marco Ferri riflette sull'arretratezza degli italiani nell'uso dei media. "Senza una corretta frequentazione con i media non c'è una corretta costruzione dell'opinione delle persone e dunque dell'opinione pubblica, quella che controlla, promuove e boccia il funzionamento di una società civile e democratica".
Pessime notizie dal Censis, l'istituto di ricerca più attendibile d'Italia.
Gli italiani sono i più arretrati tra gli europei (Francia, Gb, Spagna, Germania
i paesi presi in esame oltre al nostro) nell'utilizzo dei media. E' la diagnosi
del sesto rapporto Censis-Ucsi che segnala come la dieta mediatica basata solo
su tv, radio e cellulari, escludendo giornali, riviste, libri ed internet, è da
noi seguita da ben il 28%. Contro il 24% degli spagnoli, il 19,2% dei francesi,
l'8,8% dei tedeschi, l'8,5% dei britannici.
Ancor più preoccupante è che la quota di giovani che non legge e non usa internet: tra gli italiani il 14,4% (contro il 13,4% degli spagnoli, il 14,1% dei francesi, il 9,1% dei tedeschi, il 6,1% dei britannici) e alta è anche la percentuale di giovani italiani che hanno aggiunto a tv, radio e cellulari anche internet, continuando ad escludere la carta stampata (da noi l'11%, in Spagna e Gran Bretagna il 10%, in Francia addirittura il 20%, in Germania l'8,5%).
Dal rapporto Censis-Ucsi, gli italiani risultano ultimi tra quanti utilizzano tutti i media (dalla tv, ai libri ad internet): da noi sono il 23,2%, in Spagna il 33,4%,in Francia il 28,6%, in Germania il 37,3%, in Gran Bretagna il 46,4%.
L'urgenza di mettere mano alla riforma del sistema televisivo italiano a una concreta riforma della tv pubblica è diventata emergenza culturale, democratica, civica. Senza una corretta frequentazione con i media non c'è una corretta costruzione, personale e collettiva dell'opinione delle persone e dunque dell'opinione pubblica, quella che controlla, promuove e boccia il funzionamento di una società civile e democratica.
"In tv il giornalismo è diventato spettacolo di massa in cui l'effetto sostituisce il fatto e il culto del dramma uccide la riflessione. L'entertainment non è show, ma 'peep show', il voyeurismo ha preso il posto del quoziente di intelligenza", ha detto giorni fa Jaques Séguéla, parlando della nostra tv, giorni or sono in un convegno in Italia. Segno che questa situazione nuoce anche alla pubblicità.
In un paese nel quale non si leggono i giornali, né riviste, né libri, non si cercano informazioni via internet, non si cercano fonti diverse per conoscere la verità dei fatti, in un paese dove si parla per sentito dire (dalla tv), abbiamo tutti da perdere qualcosa: la libertà, fosse anche solo quella di scelta. I cittadini hanno molto di meno, i consumatori molto di meno, le aziende molto di meno. Beh, buona giornata.