Editoriale
Cappuccino & cornetto. La ripresa può attendere
di Marco Ferri
Secondo una stima sui primi mesi del 2006, l'economia globale cresce a ritmi elevati e, soprattutto, la ripresa si sta estendendo a tutte le aree del commercio. Negli Stati uniti il Pil aumenterà del 3,5 per cento, in Giappone del 3,3 per cento. La crescita del commercio mondiale sarà superiore al 9 per cento. Il Pil di eurolandia aumenta del 2,2 per cento nel 2006. I driver della crescita restano le esportazioni, cui si associa un buon ciclo degli investimenti, sostenuti da profitti in crescita e liquidità abbondante.
Che meraviglia. Se non che, in questo contesto, l'Italia è il paese che pare messo peggio. La ripresa mondiale ed europea si traduce a malapena in una variazione del Pil italiano dell'1,4 per cento. Peraltro i dati sulla finanza pubblica sono disarmanti: deficit pubblico al 5 per cento del Pil; saldo primario in deficit; andamento crescente del rapporto debito/Pil. E' questo il quadro dell'economia internazionale e italiana che emerge da Congiuntura Ref (Ricerche per l'Economia e la Finanza).
Il fatto è che noi abbiamo altro da pensare, non c'abbiamo mica tempo per fare subito il Governo, e dunque affrontare misure idonee alla nostra economia per agganciare la ripresa. Dobbiamo stare appresso a questa e a quella alchimia politica, contiamo le schede bianche e le fumate nere. Ci appassioniamo ai dibattiti televisivi dove le stesse facce dicono le stesse cose. Che ce ne importa, dell'andamento dell'economia, basta andare in tv, a fare un bel talk show, tra quelli che non hanno perso e quelli che non hanno vinto. Secondo Auditel, nei mesi di campagna elettorale, le tv italiane hanno perso 2 milioni di telespettatori. Finalmente abbiamo capito chi ha perso le elezioni.
Beh, buona giornata.