Editoriale

Cappuccino & cornetto. Senza fiducia non ci può essere ottimismo

Nella sua rubrica quotidiana, Marco Ferri riflette sulla diminuzione della propensione al risparmio fra gli italiani, così come emerge da uno studio Eurispes. "Se tutto questo è vero, come avrebbe mai potuto la pubblicità stimolare la propensione all'acquisto?"

Secondo uno studio pubblicato dall'Eurispes, negli ultimi cinque anni il risparmio annuo delle famiglie italiane è diminuito del 40%, passando dai 106 miliardi accantonati nel 2001 dalle famiglie ai 64 del 2005. La quota di risparmio è passata negli stessi anni dall'8,9 al 4,8% del Prodotto interno lordo. La caduta della propensione al risparmio delle famiglie italiane è dovuta, secondo Eurispes ''da un lato dalla crescente difficoltà dovuta all'aumento dei prezzi e dall'altro dai numerosi e forti disincentivi che sono sorti ad ostacolare ed a rendere meno appetibile il risparmio''.

In particolare la contrazione del reddito (dovuta a un'inflazione non sufficientemente compensata dagli aumenti dei salari) ha costretto numerose famiglie del ceto medio a dedicare gran parte o la totalità delle entrate ai consumi per mantenere o cercare di non abbassare troppo il proprio tenore di vita. Per Eurispes vi sono state anche cause strettamente finanziarie: fra queste vanno ricordate le perdite subite dai risparmiatori a seguito dei default dei bond dell'Argentina, della Cirio e della Parmalat e l'abbassamento dei rendimenti dei Buoni del Tesoro a seguito della riduzione dei tassi di interesse.

Se tutto questo è vero, come avrebbe mai potuto la pubblicità stimolare la propensione all'acquisto? Hai voglia a pompare ottimismo e fiducia nelle marche: le famiglie hanno avuto ben altro per la testa, e, a quanto pare, ben poco nelle tasche.

Beh, buona giornata.