Editoriale
Cappuccino & cornetto. Stavolta c’hanno fatto verdi
"Non avendo adottato,
entro il termine prescritto, tutte le disposizioni legislative, regolamentari e
amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva che istituisce un
sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas-serra, l'Italia è venuta
meno agli obblighi derivanti da tale direttiva". Così, la Corte di Giustizia
europea ha puntato il dito contro l'Italia per non avere recepito, entro i
termini stabiliti, la direttiva del 2003 sullo scambio nell'Ue delle quote sulle
emissioni dei gas responsabili dell'effetto serra nell'Ue, norme più note sotto
la dicitura "Protocollo di Kyoto".
Gli Stati membri, ricorda la Corte, avrebbero dovuto recepirla entro il 31 dicembre 2003 e informarne immediatamente la Commissione. Dopo avere accertato che l'Italia non si era conformata alla normativa, l'esecutivo Ue ha seguito la procedura di mora fino alla richiesta di condanna davanti ai giudici del Lussemburgo.
Mi pare poco lusinghiero che all'Italia vengano contestate scarse sensibilità in tema di difesa ambientale. L'Italia che ha un ambiente naturale fonte inesauribile che attira turismo con tutto l'indotto economico che ne consegue. Bella figura per il Bel Paese. Gli stessi italiani sembrano essere sensibili alla difesa della natura: accettano di buon grado le domeniche a piedi, si impegnano nel volontariato teso alla difesa del verde. Anche il riferimento al rispetto della natura da parte dei prodotti è un buon argomento, spesso utilizzato con successo di pubblico e di vendite dalla nostra pubblicità. Ma il governo dell'epoca ha preferito appendere il Protocollo di Kyoto al chiodo.
Beh, buona giornata.