Editoriale

Cappuccino & Cornetto. Una ricerca dimostra che i poveri stanno peggio dei ricchi

Nella sua rurica Marco Ferri riflette sulla notizia diffusa da un'importate agenzia giornalistica italiana secundo cui la depressione colpisce di più chi vive nelle grandi città. "Avete letto bene: se uno è povero, vive in una casa di merda, in quartiere tipo corte dei Miracoli, con la paura di venir ogni sera derubato e sbudellato, potrebbe essere più facilmente preda della depressione. Alla faccia del bicarbonato di sodio, avrebbe detto Totò".
C'è una notizia che aiuterà gli scettici sull'efficacia delle ricerche a non deprimersi troppo. La notizia, diffusa da un'importate agenzia giornalistica italiana è che la depressione colpisce di più chi vive nelle grandi città. Proprio le metropoli, infatti, fanno ammalare il 4% degli uomini e il 9% delle donne, con un rischio più elevato per ''chi abita nei quartieri periferici e in case degradate'', ma anche per chi deve convivere con ''il senso di insicurezza, la criminalità e la povertà, senza dimenticare anche la maggiore presenza di minoranze etniche''.

Per presentare i risultati di questa sensazionale ricerca si è anche tenuto, giorni or sono, un convegno di esperti nella città di Milano. Avete letto bene: se uno è povero, vive in una casa di merda, in quartiere tipo corte dei Miracoli, con la paura di venir ogni sera derubato e sbudellato, potrebbe essere più facilmente preda della depressione. Alla faccia del bicarbonato di sodio, avrebbe detto Totò. Se invece uno guadagna una montagna di soldi, c'ha un casa che è un attico panoramicissimo in centro, le guardie del corpo, e le uniche minoranze etniche che incontra sono il personale della servitù, allora ha meno probabilità di soffrire di depressione.

Lo dice questa straordinaria ricerca, lo avrebbe detto Catalano, quel personaggio della ghenga di Renzo Arbore che in 'Quelli della notte' parodiava i benpensanti e la loro attitudine a inanellare una banalità sull'altra. Beh, buona giornata.