Editoriale
Concato su Guastini presidente ADCI: Mr. Smith goes to Washington
Andrea Concato riflette sui due avvenimenti accaduti il 19 febbraio scorso: l'elezione di Massimo Guastini a presidente dell'ADCI e la vittoria di Vecchioni al Festival di Sanremo. "I creativi italiani, come in un famoso film del ’39 di Frank Capra, hanno eletto senatore Mr. Smith per mandarlo a Washington. Guardando più all’integrità, all’intelligenza e al progetto che al nome conosciuto dalla ribalta e ai premi altisonanti".
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I creativi della comunicazione italiana nell’Art Directors Club (vedi notizia correlata) hanno eletto un nuovo presidente e un nuovo consiglio con uno spirito nuovo. Roberto Vecchioni ha vinto il festival di Sanremo.
Sono entrambe vittorie del pensiero sulle convenzioni.
Sbologniamo Sanremo: telespettatori e giornalisti hanno premiato una canzone di qualità che promette che “questa maledetta notte dovrà pur finire”.
E’ un altro segnale forte, dopo i successi di Saviano e dei diversi progetti di Fazio, che anche in televisione, anche in numeri enormemente popolari, c’è desiderio di pensiero e di profondità.
I creativi italiani hanno fatto uguale. Hanno premiato una persona di qualità che ha agitato alcuni fogli su cui erano scritte parole poco ascoltate recentemente fra i creativi italiani: unità,
protagonismo, valore, reputazione, riferimento. Sono gli obiettivi di una strategia che Massimo Guastini, eletto presidente, e la squadra che si è scelto hanno in mente, e si riferiscono al ruolo che i creativi italiani intendono avere nella grande arena della comunicazione.
Anche i creativi italiani hanno voglia di far passare questa maledetta notte. Quella in cui si sente troppo forte il rumore sgangherato del chiasso cafone, degli interessi, della superficialità, delle facili operazioni dai lustrini inconsistenti, dell’approssimazione, della deriva economica e finanziaria che deprime il talento, le idee e il bello.
I creativi italiani si sono parlati e si sono scoperti uniti.
Con pochissime eccezioni e con i dislivelli stabiliti dal talento, dai contesti e dalle occasioni, i creativi che producono la comunicazione commerciale in Italia sono figli della stessa cultura, hanno simili riferimenti, considerano qualità la stessa qualità, lottano ogni giorno con gli stessi cavalieri e contro gli stessi draghi.
Poi, come in un famoso film del ’39 di Frank Capra, hanno eletto senatore Mr. Smith per mandarlo a Washington. Guardando più all’integrità, all’intelligenza e al progetto che al nome conosciuto dalla ribalta e ai premi altisonanti. Come Mr. Smith con la sua trasparente energia mandava all’aria i piani degli affaristi nel film, così i creativi italiani si aspettano che Massimo Guastini ricompatti la pattuglia eccellente dell’Art Directors Club e li porti di nuovo nel ruolo che compete loro. Perché sono i creativi, insieme agli architetti, agli stilisti, ai designer, agli urbanisti e ai vari progettisti che nel fare il proprio mestiere di rilevanti implicazioni economiche possono creare il bello, l’intelligente, l’armonico che migliora i nostri spiriti e le nostre vite.
Per farlo, oltre ovviamente alla squadra istituzionale che Guastini ha convocato, sono già molti i nomi importanti o meno della comunicazione italiana che si sono messi a disposizione del nuovo presidente e del nuovo consiglio direttivo con il proprio tempo e la propria energia per fare tutto quello che sarà necessario.
Tenete d’occhio i creativi italiani riuniti nell’Art Directors Club. Tenetevi pronti a confrontarvi con loro. Perché sono decisi a migliorare il livello della comunicazione italiana. Per portarlo al livello di quella di un Paese maturo, avanzato, serio, creativo e intelligente.