Editoriale

Editoriale. Con Marco Testa l'ultima chance per un'associazione che intende essere incisiva e utile

Confermate le previsioni dell'attesa. Al nuovo Consiglio Direttivo, eletto nel segno della continuità rispetto al precedente, il difficile compito di ricompattare l'associazione e darle un senso propositivo rispetto al mercato e, perché no, alle istituzioni politiche.
 
Le previsioni della vigilia sono state ampiamente rispettate. Marco Testa, il più votato tra i candidati al nuovo Consiglio Direttivo è stato eletto presidente all'unanimità dal Consiglio stesso.
Un risultato tondo e chiaro nel suo significato. Attorno alla figura del presidente del Gruppo Armando Testa si coagulano le attese o, meglio, le speranze per un futuro in cui l'associazione riesca ad essere incisiva sulle tematiche relative al mercato, e nei confronti dell'ambiente esterno, il contesto economico e politico col quale l'industria della comunicazione è strettamente connessa. La sensazione è che per molti degli associati si tratti di una ultima chance per riacquistare credibilità, forza e autorevolezza in uno scenario ancora molto difficile. La crisi è ancora molto acuta, l'economia stenta, il disagio dei consumatori è molto forte e, di conseguenza, gli investimenti
languono. Le previsioni, infatti parlano di una chiusura d'anno con un calo ancora a doppia cifra, e gli istituti di ricerca internazionali pongono l'Italia come fanalino di coda tra le economie più avanzate. Se si aggiunge il fatto che il comparto non è mai riuscito a diventare un interlocutore autorevole ed ascoltato anche nei confronti delle istituzioni politiche sui temi della comunicazione non riuscendo a sviluppare una sana ed efficace attività di lobby sulle scelte politiche che pure lo riguardano, dall'Agenda Digitale alla più recente web tax, il compito del nuovo Consiglio Direttivo e del suo presidente appare tutt'altro che facile. Come pure sul tavolo ci sono temi come la difesa
della creatività, tema in merito al quale Assocom dovrebbe prendere in seria considerazione la proposta di Alfredo Accatino (#rivoluzionecreativa) firmata da oltre 10.000 persone, o promuovere un 'brand' Italia anche in vista dell'imminente Expo 2015.
La missione dell'associazione è resa ancora più difficile dal fatto che Assocom deve fare i conti con l'assenza al suo interno, temporanea o meno, dei grandi gruppi internazionali che - sommando le sigle di tutto il gruppo Wpp, quelle di Omnicom, Interpublic e Publics che mancano all'appello - rappresentano una quota di circa il 50% del mercato. Un segnale positivo in questo senso arriva dal ritiro delle dimissioni di sei agenzie, annunciato dal neo presidente; dal rientro di Filmmaster Events, e dall'ingresso di nuovi comparti fino a ieri esclusi.

Eppure, lo scossone causato dalle dimissioni del precedente presidente Massimo Costa, country manager di Wpp, e delle strutture da esso controllate, ha determinato una salutare, seppur violenta, accelerazione del processo evolutivo che pure l'associazione doveva prima o poi affrontare. Il cambiamento dello Statuto e della governance, l'abbassamento delle quote associative, l'impegno sulla formazione, la possibilità di coinvolgere anche a persone esterne all'associazione hanno in qualche modo rigenerato l'associazione determinando una generale voglia di partecipazione. Lo si è visto dall'elevato numero di candidati al Consiglio, e dalla numerosa partecipazione degli aventi diritto al voto, ossia in regola con i pagamenti dei fee di iscrizione: 62 votanti su 90, mentre gli associati sono complessivamente 113.

Segno della volontà di andare avanti nella strada tracciata non è un caso che la quasi totalità il nuovo Consiglio sia costituito dai consiglieri 'uscenti', 7 su 9: Enrico Gasperini, Layla Pavone, Marzia Curone, Emanuele Nenna, Marco Gualdi, Giorgio Bonifazi Razzanti, e Alessandra Lanza. Uniche new entry Marco Girelli (OMG) e, ovviamente, lo stesso Marco Testa.

Il fatto sorprendente è stata la non elezione di Vittorio Bonori (ZenithOptimedia) che si è ufficialmente schierato in maniera critica nei confronti di Marco Testa, rivendicando un ruolo più importante dei centri media all'interno di AssoCom. Complice il fatto che, per motivi personali Bonori non ha potuto illustrare le proprie motivazioni e il proprio programma prima delle votazioni, il motivo che in molti adducono per la sua 'bocciatura' starebbe proprio nella volontà di garantire quanta più coesione intorno al presidente e al suo Consiglio in un momento tanto critico per l'associazione. Per altro, è da sottolineare come dei 5 candidati espressione dei centri media soltanto due, Marco Girelli (OMG) e Layla Pavone (Isobar) siano riusciti a passare.

Insomma, è ancora presto per valutare il nuovo corso di AssoCom, anche perché il nuovo programma di Marco Testa non è ancora noto. Quello di cui si deve prendere atto è una dimostrazione di grande fiducia e di speranza che proviene dalla base associativa e dal fronte dei clienti, dall'Upa in primis come dichiarato ad ADVexpress dal suo presidente Lorenzo Sassoli de Bianchi (Leggi news).

L'augurio di tutti, anche del nostro giornale che certamente cercherà di dare un contributo concreto al dibattito, è che le attese non vengano deluse.

Salvatore Sagone
Presidente ADC Group