Editoriale
I sonetti di Barbella contro Moratti & Co.
Il suo Satyricoz, un gruppo aperto su Facebook, imperversa in rete. Ben 13 sonetti scritti dal famoso creativo nello stile che fu di Dante, raccontano le miserie di oggi. Un esempio di comunicazione politica innovativa e soprendente.
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Pasquale Barbella (nella foto), una delle menti più brillanti della pubblicità italiana, conosce perfettamente le regole della comunicazione moderna. In occasione dell’elezione del muovo sindaco di Milano, ha messo al servizio del fronte anti-Moratti la sua penna che ha scritto, a mio parere, uno degli esempi di comunicazione politica più moderna, intelligente, umoristica e, perfettamente in linea con lo spirito irriverente e trasgressivo della rete.
Nel ricorso a uno stile di scrittura di settecento anni fa, attualizzato con le problematiche e le miserie dei personaggi di oggi, mostra tutta la sua imprevedibilità e, quindi, la sua modernità.
Voglio proporre i sonetti di Barbella (in allegato), a prescindere dal suo orientamento, fin troppo evidente. Lo propongo perché la sua è creatività pura, che dovrebbe ispirare tutti, a destra e a sinistra.
Di seguito una breve presentazione dell’autore.
"Questi sonetti sono nati per un gruppo aperto che ho fondato su Facebook. Il suo nome è Satyricoz.
Come indica il nome stesso, si tratta di un luogo che ospita interventi satirici. La sua descrizione, o sottotitolo, è "Sorrisi al cianuro".
Trovo che la lingua di Dante e Petrarca, e la forma sonetto, si prestino con efficacia alla parodia del presente.
Per più d'un motivo.
Il nostro presente è, in tutto e per tutto, medioevo (se si fa eccezione per la tecnologia). Ricorrere all'italiano antico mi sembra dunque pertinente.
Inoltre, lo stacco temporale tra lingua e calendario produce risultati divertenti. C'è una cosa sola che fa ridere più dell'anacronismo volontario: l'anacronismo involontario. Quello dell'asse Berlusconi-Bossi è esilarante, oltre che tragico.
Last but not least: questo stile consente una enorme libertà d'invenzione verbale".
Salvatore Sagone