Editoriale
Il digitale tra le dita
Nella sua rubrica Marco Ferri riflette sulla possibilità di acquistare e leggere libri in italiano anche in formato digitale. "Ogni tanto, per non dire spesso, si continua a andare su internet come si andasse in tv. Prendo l'esempio di quei maledetti pop up che ti si aprono improvvisamente mentre stai leggendo, che so, un pezzo sul sito web di un importante quotidiano italiana: ti vien voglia di cambiare canale, tanto la cosa è la fotocopia del modo di fare pubblicità in tv. Insomma, sembra che nei centri media si perda il pelo, ma non il vizio".
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Chi avesse letto quanto è stato ieri pubblicato su questa rubrica, ricorderà di aver appreso che il passaggio al digitale della stampa americana è previsto dieci anni prima di quella italiana. Ci facciamo sempre riconoscere! Così come ci facciamo riconoscere per l'ostinazione a considerare la tv il solo mezzo efficace: siamo gli unici nel mondo occidentale a essere così schiavi della veccha abitudine dello spot da 30".
In compenso, a giudicare dal medagliere del festival di Cannes, tanto siamo accaniti, quanto cani nel fare pubblicità in tv. Comunque, sia pur lentamente anche da noi sembrerebbe che, magari perché presi a calci dalla crisi dei consumi, si cominci a prendere seriamente in considerazione le potenzialità pubblicitarie del digitale.
Oddio, ogni tanto, per non dire spesso, si continua a andare su internet come si andasse in tv. Prendo l'esempio di quei maledetti pop up che ti si aprono improvvisamente mentre stai leggendo, che so, un pezzo sul sito web di un importante quotidiano italiana: ti vien voglia di cambiare canale, tanto la cosa è la fotocopia del modo di fare pubblicità in tv. Insomma, sembra che nei centri media si perda il pelo, ma non il vizio. Beh, buona giornata.