Editoriale

Il naso fuori. E’ nato il telefonino ad acqua

Ci siamo. La profezia di Jeremy Rifkin sulla imminente possibilità di utilizzare l'energia a idrogeno, combinata con i nuovi sistemi di comunicazione di massa, si sta avverando, almeno in parte. È stata inventata una batteria per cellulare 'eterna', che dura 5 volte di più e con ricarica istantanea: sarà alimentata a idrogeno e pronta per il 2007.

E' il progetto della STMicrolectronics che oltre alla batteria ecologica punta a sostituire i componenti in silicio dei cellulari con la plastica, che ridurrà costi e dimensioni. Nonché l'inquinamento.

La nuova batteria si serve di un sistema a idrogeno che le permette di avere maggiore energia, più durata e una ricarica istantanea tramite una bomboletta del combustibile.

Insomma, ognuno avrà a disposizione la quantità di energia che gli serve per parlare al telefono. Immaginate che questo possa essere presto possibile per alimentare il pc, o il riscaldamento di casa, il televisore, l'auto, l'illuminazione di casa, dell'ufficio. O che un quartiere si consorzi per l'acquisto dell'energia utile all'illuminazione urbana. O che un paese decida quanto idrogeno produrre per gli ospedali, le scuole, i cinema, i ristoranti.

Ecco che l'idrogeno diventa subito, adesso, una fonte di energia, conveniente, pulita e individualmente gestibile, anche per piccole e medie comunità. Questa sarebbe la seconda parte della profezia di Rifkin. La qual cosa ci potrebbe anche far pensare che tutte le guerre per il possesso del petrolio diventerebbero improvvisamente senza senso, ammesso che ne avessero potuto avere almeno un poco.

Ma anche che la qualità della democrazia, della politica, dell'economia, per non parlare della comunicazione dovranno essere all'altezza del cambio di passo nell'utilizzo dell'energia: addio al cittadino-massa, il concetto stesso di indifferenziato e generalista verrà presto messo in discussione, abbandonato, come un pozzo di petrolio ormai prosciugato.