Editoriale

Space available here. Divisioni unite

Pubblichiamo il nuovo contributo di Pasquale Diaferia. Tema della settimana: la divisione dell'Italia emersa dalle elezioni politiche. "Oggi, in condizioni di sostanziale parità, si deve pensare solo al bene di tutti. A lavorare insieme per uscire dalla crisi."

di Pasquale Diaferia

La spaccatura del paese in due nette metà è forse un vantaggio. Nessuno può più far finta che gli altri non ci siano, che i problemi li abbia solo una parte del paese, che la ragione stia solo su una delle due barricate. Un bel segnale è stata l'enorme partecipazione al voto. Autorevoli esperti, per esempio Enrico Deaglio, hanno cercato di frenare la mia campagna contro l'astensionismo. Citavano previsioni che davano vincente il centro destra con una partecipazione superiore al 78%. Con l'83.6, mi pare che il risultato sia opposto. La gente, pur divisa, è andata unita a votare.

E col viatico di milioni di italiani, si farà quello che si deve. Diminuire il carico contributivo e fiscale, ridare slancio alla liberalizzazione dei mercati, assicurare disponibilità di energia a prezzo sopportabile, investire nella modernizzazione delle infrastrutture. Elementi comuni ai programmi di entrambi i poli. Che durante la campagna sembravano così lontani.

Oggi, in condizioni di sostanziale parità, si deve pensare solo al bene di tutti. A lavorare insieme per uscire dalla crisi. Come hanno dimostrato martedì sera Tremonti e D'Alema, cinguettando da Vespa. Si governa il paese dialogando, pur divisi. Che l'esempio sia seguito anche da chi qualche mese fa si è fronteggiato per il governo di Assocomunicazione. Anche lì un solo voto di differenza. La speranza è che, divisi, stiano lavorando solo nell'interesse di questo mestiere sempre più complicato.