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Editoriale

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Pubblichiamo il nuovo contributo di Pasquale Diaferia. Tema di oggi: la classifica delle 40 aziende più innovative del mondo, stilata da Wired. "Mi ha incuriosito che, in mezzo ad aziende editoriali, case farmaceutiche, compagnie petrolifere, di consumer electronics ed ovviamente di Information Technology, non ci sia nemmeno un grande network della pubblicità internazionale".

di Pasquale Diaferia

Wired di marzo, come da tradizione decennale, pubblica la sua classifica delle 40 più innovative aziende del mondo. Non c'è stupore nello scoprire che non ce n'è una italiana, neanche nelle prime 100. Sappiamo che per un qualsiasi presidente italiano è molto più figo esibire al golf un telefonino ultimo release, che non guidare un'azienda che l'innovazione la crea. Non è un caso che i cervelli italiani lavorino tutti altrove, tranne che qui.

Invece mi ha incuriosito che, in mezzo ad aziende editoriali, case farmaceutiche, compagnie petrolifere, di consumer electronics ed ovviamente di Information Technology, non ci sia nemmeno un grande network della pubblicità internazionale. Fa davvero sensazione pensare che quelle grandi finanziarie, che controllano i cinque super gruppi che a loro volta gestiscono i miliardi di miliardi di dollari degli investimenti pubblicitari nel mondo, non sono per niente innovative. Neanche un pochino. Neanche una.

La suggerisco come riflessione per il lungo week end di vacanza che ci aspetta, cari colleghi. Facciamo un mestiere che un tempo era molto creativo, ed oggi solo parecchio vecchiotto. Ma sopratutto dichiaratamente incapace di rinnovarsi.

pasquale@specialteam.it