Editoriale
Space Available Here. Nuovi formati
Una delle ragioni per cui arrivo prima dei miei colleghi, su tanti argomenti ancora non percepiti in tutta la loro potenza, è che sono curioso.
Una web agency quando si mandavano fax, non e-mail. Le televendite quando tutti le consideravano volgari spettacolini. Valorizzare un festival rumeno quando si pensava che lì ci fossero solo badanti e zingari. Alcuni esempi di attenzione ai segnali deboli: devo ringraziare i geni della mia mamma.
Brividino simile l'altro giorno. Presentazione di Sport Italia, emittente che ha saputo battersi contro i grandi. E quando Bogarelli ha mostrato SI Informa, ho fatto un salto sulla sedia. Un nuovo contenitore narrativo/informativo, che disegna il futuro della comunicazione commerciale tv. Spazio informativo e tematico, ma non ideato da giornalisti (problemi di contratto, e di competenze). Break pubblicitario, ma senza la brevità degli spot (qui si va da 90 a 120 secondi).
Insomma un nuovo formato, appetibile per i manager contemporanei, misurati sulle vendite trimestrali, e non sull'equity in 5 anni. Ma sopratutto un nuovo linguaggio per nuovi professionisti. Non oggettivi come i giornalisti, che (dovrebbero) solo narrare i fatti. Non spettacolari ed iperbolici come i pubblicitari, che (dovrebbero) solo sedurre.
Il problema è che se mi guardo intorno queste nuove figure professionali non le vedo. Le scuole di comunicazione come al solito non le formano. Le agenzie, come sempre, non sanno di cosa si parla (se ne accorgeranno nel 2012, quando tutti saranno sul digitale terrestre). Nel frattempo, qualcuno più curioso degli altri andrà a inventare quel territorio. Lasciando indietro, come al solito, i soliti scettici. Ma questa è la storia di questo mestiere. Almeno in questo paese.