Editoriale
Space Available Here. Vittorio Ravà
Domenica 13 maggio, Vittorio Ravà nella sua tradizionale rubrica su Libero di Feltri si è lamentato pubblicamente: il recente Forum Economia e Società aperto di Milano ha palesemente ignorato i manager della pubblicità. Curiosa difesa di un industria indifendibile. A Milano infatti si discuteva di come fare comprendere, alla chiusa e provinciale società italiana, che l'economia aperta può aiutare i singoli individui a vivere meglio. A patto di accettare senza paura la libera circolazione di idee, merci e persone.
Nel frattempo a Venezia un importante personaggio della pubblicità, un tempo il più potente, si lamentava che nessuno dei manager della comunicazione "sdoganati da Berlusconi" fosse stato invitato agli oltre 30 convegni organizzati da Bocconi e Corsera.
Piccolo, indecente particolare. Di cosa potevano parlare questi personaggi? Di libero mercato, dopo venticinque anni di sistema bloccato ed appiattito sul duopolio tv, unico caso al mondo? Di internazionalizzazione, esibendo una reputazione che all'estero è inferiore anche alla pubblicità tailandese? Di flessibilità, dopo l'uso indecente dei cocopro nelle agenzie solo per abbattere i costi? Di etica, ovvero delle decine di campagne a supporto di opa discutibili, piuttosto che di aziende poi fallite Parmalat Style? Di modernizzazione, raccontando che agenzie ed aziende ancora non hanno capito cosa diavolo succede sul web? Di creatività, esibendo i testimonial di Lele Mora come fulgido esempio di ingegno italico?
"Per seminare occorre aprire le mani". E' una frase di un Premio Nobel, usata per promuovere proprio il Forum in questione. Prima di lamentarsi per non essere stati invitati alla festa di compleanno, bisogna avere dimostrato apertura, ed essersi guadagnarti la fiducia di chi ha organizzato il party. Ed è triste dirlo, ma le ultime generazioni di presidenti di agenzie di pubblicità, nonchè di marketing manager delle aziende, la fiducia della gente l'hanno persa. O forse, a furia di farsi sdoganare dal Cavaliere, non l'hanno mai conquistata.