Editoriale
Space available in Cannes. 'Faccia lei'
L'anno scorso concludevo la settimana da Cannes con un pezzo sulle due facce della nostra partecipazione. Mi permetto di aggiornarlo e trasformarlo nel primo pezzo dalla Croisette ( dove tra l'altro non fa poi così caldo).
Da una parte la conferma del talento di creativi e costruttori di squadre di Dorizza e Rodriguez. Dopo l'oro dell'anno scorso hanno portato a casa anche il Grand Prix del Clio, alla faccia di chi non li ama. Dall'altra la certezza che come paese per numero di iscrizioni in tutte le categorie anche quest'anno siamo poca cosa.
Da una parte la SAWA che non programma un giurato italiano nella sezione Cyber, visto che nella tecnologia siamo particolarmente indietro. Dall'altra la reputazione ancora alta (almeno all'estero) dell'ADCI, che punta i piedi e riesce a convincere sipra e festival che nessun italiano in quella giuria significa retrocederci in C1. Ed abbiamo anche un giurato bravo, guarda un po'.
Da una parte quelli che dicono che non andranno a Cannes perché non ci vanno i clienti. Dall'altra quelli che dicono che andranno a Cannes a fare new Business. Da una parte le case di produzione statunitensi che organizzano barbecue per festeggiare la loro annata positiva. E lo fanno nelle bellissime ville che una volta affittavano i producers nostrani.
Dall'altra l'associazione dei produttori italiani che non farà la festa delle case di produzione, e tutti sappiamo perchè. Da una parte l'ottimismo di Assocomunicazione che dice che il mercato cresce del 4%. Dall'altra la scoperta, sempre della maggiore associazione di agenzie nazionali, che la Tv è sotto il 50% degli investimenti e stanno crescendo gli altri media, in particolare quelli che un tempo si definivano New.
D'altronde, sarebbe bastato venire a Cannes e girare per il festival, invece di stare in spiaggia. L'avrebbero scoperto già dieci anni fa. Che siate felici o preoccupati, non conta. Anche quest'anno siamo tutti qui. Con le stesse identiche facce.