Editoriale

Space Available in Cannes. Chiedeteci scusa

Pubblichiamo il nuovo contributo di Pasquale Diaferia. Tema di oggi: la riscossa dei quarantenni in pubblicità. 'Siamo miracolosamente riusciti a formare il talento delle tante Micol in questa lussosa devastazione. Saremo capaci di superare anche il declino annunciato'.

di Pasquale Diaferia

Negli occhi di Micol, la vincitrice italiana della Young Creatives Film Competition a Cannes, c'era una gioia di buon design, tipica della generazione iPod. Nello stesso momento, in Italia, un ottantanovenne Luciano Emmer stava girando quello che oggettivamente si può pensare sia il suo ultimo fim. Uno dei padri del Carosello con la vecchia classica cinepresa in mano, mentre una sua niipotina elettiva gira con un telefonino Nokia uno spot asciutto asciutto che vince un Oro a Cannes . Alla faccia di chi dice che le potenti tecnologie di esecuzione e postproduzione di ultima generazione siano fondamentali. Ringraziando Dio, questo lavoro è ancora fatto di talento. E non conta quanti anni o quanti soldi tu abbia, ma solo quanto è bella ed originale la tua Idea.

Andatelo a spiegare a chi cerca di rendere questa controversa professione una banale esibizione di muscoli finanziari. Sopratutto nell'anno in cui Cannes dimostra che solo grandi marche di grandi multinazionali possono aspirare ad essere premiate. Pochi lo hanno notato, ma nelle liste dei winner di tutte le competizioni era praticamente impossibile trovare piccole marche local e agenzie indipendenti. Questo è stato l'anno del primo Grand Prix assegnato a Procter & Gamble (nella stampa). Anche qui pochissimi ricordano che tre anni fa il CEO del più grande spender pubblicitario del mondo si era presentato in sala stampa, annunciando grandi investimenti per ottenere premi a questo festival. Detto, Fatto.

Questo è anche l'anno del Primo Grand Prix annunciato con dodici mesi d'anticipo, grazie alla potenza delle agenzie di PR della Unilever (Dove nella televisione). Only Big Companies, Only Big Networks. Sembrerebbe la negazione dell'adagio che dice che "Con le idee si fanno i soldi. Il contrario non avviene" . Eppure l'allegria con cui Pino Rozzi, direttore creativo di Micol, riferiva la telefonata di felicitazioni di Andy Berlin per il primo Leone della storia della giovane United (che è sempre WPP, non dimentichiamolo), la dice lunga su quanto sia bello ottenere un risultato nella categoria più orientata al futuro. Anche se il film è girato in spiaggia e senza un direttore della fotografia.

Eppure il piacere di vedere due nomi italiani (quello di Giovanni Porro per Sculptor e quello di Enrico Dorizza per Acqualtis ) nella classifica di Shot dei 100 più importanti film della storia della pubblicità fa venire un brivido di piacere a questa generazione. I quarantenni, ex giovani assistenti schiavizzati dai guru negli anni dell'edonismo reaganiano, fanno la storia oggi che comandano i baronetti della globalizzazione finanziaria. Né i gavini, né i sorrellini hanno mai ottenuto pari risultati pur avendo a disposizione il potere dei soldi ed il controllo dei media.

Le classifiche di creatività non sono mai unanimistiche. Ma il fatto che in questa, a fianco dei Marcantonio, dei Clow e degli Hegarty, ci siano due pari età dei vari Rozzi, Taddeucci, Battaglia, Gitto, Maresca, Rodriguez (nonché, per inciso, anche del sottoscrittto), dice che forse tutto il silenzioso lavoro dietro quelli che all'epoca sembravano i padri della pubblictà moderna, o che oggi guidano le agenzie tenendo d'occhio solo l'ultima riga del bilancio, non è stato sprecato.

Eppure questo è innegabilmente l'anno peggiore per l'Italia a Cannes. Come dice il mio editore citando Freak Antony, toccato il fondo il rischio vero è cominciare a scavare. Vederemo se torneremo alla superficie. Ma nell'annus horribilis, sarebbe ora che qualcuno chiedesse scusa a chi negli utlimi vent'anni ha avuto poche copertine e nessuna nomina ad amministratore delegato. Eppure questa generazione passa alla storia di questo mestiere per premi vinti e riconoscimento internazionale di reputazione. Tanto quanto i creatori di Carosello. E come, speriamo, faranno le tante Micol che hanno avuto 18 anni nel duemila. Unica differenza, loro metteranno la propria creatività su YouTube.e Joost, invece che su Rai e Mediaset.

Cari Clienti e Cari Presidenti d'agenzia, dopo averci chiesto scusa, ricordatevi anche di metterci a disposizione gli strumenti per continuare. Dateci presidenti del consiglio che abbiano la nostra età, dateci infrastrutture materiali ed immateriali per reggere la competizione globale, dateci un paese che voglia premiare il talento, e non il vivacchiare degli impiegati nella pubblica amministrazione, come nelle aziende. E spesso anche nelle agenzie. Se non sapete come si fa, scansatevi e lasciateci fare. Siamo miracolosamente riusciti a formare il talento delle tante Micol in questa lussosa devastazione. Saremo capaci di superare anche il declino annunciato. Ce l'ha fatta la generazione dei Luciano Emmer e dei Dino Villani, che hanno inventato il Carosello tra le macerie del Dopo Guerra. Volete che non ci riusciamo noi, sopravvisssuti ai più modesti Drive In e Grande Fratello?

pasquale@specialteam.it