Inchieste
Bozza (Grey) su 'La stanza degli abbracci' di Tornatore. "La comunicazione è una scienza fatta di regole, procedure e anni di esperienza. Credo che affidare tutta questa responsabilità ad un premio Oscar sia stata una decisione molto superficiale"
Come per la prima campagna per annunciare la vaccinazione anti-covid, affidata all'architetto Stefano Boeri, anche per questa seconda campagna non è stata coinvolta alcuna agenzia del settore e il Commissario Domenico Arcuri ha scelto il regista Giuseppe Tornatore, che ha realizzato pro-bono una campagna articolata in una serie di spot, il primo dei quali, dal titolo 'La stanza degli abbracci' (guarda il video) è pianificato in questi giorni.
Il film ha ricevuto pareri contrastanti. A riguardo, dopo aver letto un suo post sui social, abbiamo contattato Francesco Bozza, VP Chief Creative Officer di Grey, che ha commentato ad ADVexpress: " Criticare il lavoro dei colleghi è una cosa che cerco di non fare mai. Ma quando stamattina ho visto il primo soggetto della campagna sulla vaccinazione, non ho resistito. Primo perché dietro non c’è un collega – e questo per me è già un problema enorme - secondo perché per l’ennesima volta un tema così delicato, così importante, così sensibile è stato affrontato nella peggior maniera possibile. Tutto è sbagliato: non c’è una “USP”, non c’è una “reason why”, manca perfino una “call to action”. Insomma, le basi".
"È uno script che presta il fianco un po’ a tutti, perché è impreciso e per niente appuntito, segno che anche la voce “target” è stata completamente ignorata. Da mesi ormai i governi di tutto il mondo stanno prendendo decisioni drammatiche su basi e analisi scientifiche. Giusto. Ma anche la comunicazione è una scienza, fatta di regole, di procedure, e di anni di esperienza. Credo che affidare tutta questa responsabilità ad un premio Oscar, con tutto il rispetto per la sua arte, sia stata una decisione molto, molto superficiale".