Inchieste

NC - Nuova Comunicazione. Casiraghi greco&, il segreto è la coerenza

Per avere un impatto, la comunicazione non può non essere in linea con la strategia e il dna del marchio. E ciò è ancora più vero da quando è scoppiata la pandemia, durante la quale si sono resi ancora più necessari messaggi chiari e trasparenti, sviluppati in tempi veloci. Cosa per la quale un’agenzia indipendente e di medie dimensioni come quella guidata da Cesare Casiraghi (nella foto), ha un vantaggio competitivo. Lo racconta lo stesso manager e direttore creativo esecutivo nell'inchiesta Italians do it better dedicata alle sigle indipendenti, tratta dal numero di dicembre -gennaio 2021 di NC - Nuova Comunicazione.

“La pandemia è arrivata all’improvviso. Il fatto di non essere grandi è stato sicuramente un vantaggio. È stato facile adattarsi, dare direttive precise e controllare che fossero attuate. La difficoltà è stata quella di rispondere alle nuove esigenze e alle ansie dei clienti dettate dalla situazione. Pensate ad Autogrill, cliente per il quale seguiamo tutto, dal media, ai social, ai menu. In questo caso i social sono diventati un vero e proprio strumento d’informazione, con messaggi studiati per risolvere situazioni critiche come la possibilità che qualcuno tentasse di organizzare il veglione di Capodanno in Autogrill, aperti sempre, essendo un servizio necessario a chi per lavorare deve viaggiare, camionisti e agenti di commercio in primis”. Ecco il primissimo plus dell’essere una realtà indipendente di dimensioni con tenute in tempi di pandemia secondo Cesare Casiraghi (nella foto), amministratore delegato e direttore creativo casiraghi greco&,  da più di 20 anni uno degli emblemi della italianità e indipendenza nella comunicazione. 

 

Come si sono evoluti per voi questi due aspetti in questi anni di vita?

Sono ormai convinto che l’italianità sia un argomento di cui molti si riempiono la bocca e poi finisce lì. A parte tutta la solita retorica, esplosa nei periodi di lockdown, alla fine sia purtroppo un motivo d’orgoglio per noi e poca roba per gli altri. Il grande gruppo mette sicurezza. Noi ci siamo evoluti diventando sempre più digital, ma mantenendo quella linea creativa, con i piedi per terra, che ci ha permesso di creare dal niente marchi come Conto Arancio, CheBanca!, Pittarosso, e che oggi è la nostra forza quando lavoriamo con il Consorzio del Parmigiano Reggiano o Curtiriso.

 

Appunto, il digitale: quali soluzioni avete ideato in questi mesi per continuare a fare comunicare i vostri clienti in modo coerente con l’emergenza?

Le ‘campagne lockdown’ sono state il trionfo dell’appiattimento sull’onda della retorica e dell’emotività gratuite, spesso slegate dal prodotto, ma solo per dire ‘ci siamo anche noi’. Il nostro spot per Parmigiano Reggiano è stato uno dei primi, citato come esempio positivo, per la chiarezza del messaggio, raccontato dal presidente del Consorzio, legato alla situazione contingente nella richiesta di non fare inutili scorte, perché la produzione di Parmigiano Reggiano non poteva fermarsi, per i cittadini e per le mucche che sono da mungere ogni giorno nonostante la pandemia.

 

Qual è il ruolo della comunicazione nella diffusione di atteggiamenti sostenibili e trasparenti? 

Sono le aziende, i prodotti che devono essere sostenibili e trasparenti. La pubblicità arriva di conseguenza. Guardate come è cambiato il mercato dell’energia. Tutti a parlare di energia verde, ma sappiamo che se il consumatore non vede un benefit preciso, personale, è una battaglia persa, sceglierà sempre la tariffa più bassa, soprattutto in questo momento di crisi generalizzata. Fino a che la ‘gente’ butta i mozziconi per strada o non può vivere senza sparare i fuochi d’artificio, hai voglia a parlare di sostenibilità. Occorre un progetto di educazione a monte, nella scuola, in famiglia, è una questione di cultura. Allora entra in scena la pubblicità, che diventa un ulteriore strumento informativo, con la possibilità di raccontare ed emozionare per vendere il prodotto migliore.

 

Un bilancio di questo difficile anno per la sua agenzia? E che previsioni avete per il 2021?
Alla fine, è stato un anno positivo, abbiamo perso Kia Auto che, come previsto da tempo, è entrata nella house agency del gruppo, ma abbiamo preso due nuovi clienti importanti come Baldiflex e Curtiriso.

Previsioni non ne facciamo, la situazione è troppo instabile. Stiamo alla finestra, anzi al balcone.

 

Ci può raccontare una case history significativa sviluppata quest’anno?

Abbiamo lavorato tanto e prodotto tanto. Mi piace segnalare una campagna con un target più ‘popolare’, allargato, in questo caso soprattutto la massaia. Curtiriso, marchio storico italiano, che vuole mantenere il suo carattere tradizionale, ma vuole anche ringiovanire, senza esagerare. Per loro cureremo tutto, dalla campagna tv ai social, al media off line e online. E grazie a questo abbiamo potuto mettere in campo una strategia totale che dalla televisione arriva alla presenza dominante su GialloZafferano per tutto quanto riguarda il mondo del riso. Il primo passo era quello di rendere memorabile il marchio.

Nello spot tv la testimonial Laura Torrisi prepara alcune ricette a base di riso, cambiando più volte look e contesto per dimostrare la versatilità dei prodotti Curtiriso, fino a trasformarsi nella mondina dello storico marchio, ma rimanendo reale e viva in una rappresentazione animata del logo.

Uno spot volutamente tradizionale, ma che ha nei passaggi tra una scena e l’altra la principale particolarità. Infatti, le transizioni sono state realizzate utilizzando i ‘trucchi magici’ tipici del linguaggio di Tik Tok, per dare una strizzatina d’occhio anche ai più giovani. Sembra che funzioni.