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Inchieste

NC - Nuova Comunicazione. Miyagi, una 'experience philosophy'

L’Agenzia Emergente 2020 agli NC Digital Awards, ha come focus la creazione di contenuti e tre pillar: strategia, creatività e produzione, che si muovono in un processo totalmente integrato, dove ogni parte arricchisce l’altra. Con il lancio della unit dedicata all’experience digitale a 360 gradi, il team renderà la propria offerta ancora più ricca e integrata. Pubblichiamo l'intervista a Giuseppe Azzone, managing partner (nella foto), tratta dall'inchiesta 'Italians do it better' sul numero di dicembre - gennaio di NC - Nuova Comunicazione.

Creative content marketing agency attiva dal 2013, Miyagi ha nel proprio core business la communication strategy, le campagne di comunicazione integrata, i social media, la content creation, la retail experience e gli eventi. Tutti elementi con un minimo comun denominatore: il contenuto. Un fil rouge che l’agenzia indipendente declina con grande attenzione ai dettagli, analisi attente e proposte creative mirate al raggiungimento di obiettivi tangibili. Un approccio vincente che le ha consentito di salire sul palco, quest’anno ‘virtuale’, degli NC Digital Awards 2020 per ricevere il premio quale migliore ‘Agenzia Emergente’. A Giuseppe Azzone, managing partner, il compito di raccontarci i punti di forza della società nella quale ricopre il ruolo di managing partner.

 

Vi è stato assegnato il premio quale migliore ‘Agenzia Emergente’ 2020. Qual è la marcia in più che ha contribuito a farvi raggiungere questo traguardo? 

Riteniamo da sempre che un approccio ‘copy & paste’ in creatività non sia mai premiante. Ogni progetto è una storia a sé, con esigenze ben precise e sfumature che non devono essere mai trascurate. Attenzione ai dettagli, analisi attente e proposte creative mirate al raggiungimento di obiettivi tangibili questi sono gli elementi che ci hanno sempre contraddistinto. Insieme a passione, flessibilità e tanta voglia di mettersi in gioco.

 

Che cosa significano per voi italianità e indipendenza? Come si sono evoluti questi due aspetti negli anni? 

Partiamo dalla seconda parola: indipendenza. In questo momento è sicuramente un punto di forza più che di debolezza, un valore aggiunto per i clienti e che per noi significa libertà d’azione, flessibilità che per altre strutture sarebbe impensabile. D’altro canto far parte di un gruppo ti dà spessore ‘politico’, cosa che purtroppo in Italia ha ancora un valore non trascurabile. Ma grazie all’impegno e al nostro approccio siamo riusciti a compensare bene questa mancanza.

Italianità: da un punto di vista emotivo vuol dire tantissimo e mai come nel 2020, con tutte le difficoltà che ci sono state, ci siamo sentiti italiani. Occhio però a non gongolare troppo comodi in questo concetto di italianità, perché non sempre nel mondo della comunicazione o dell’advertising (soprattutto con clienti internazionali, ndr) l’approccio italiano è sinonimo di eccellenza. Mettere a disposizione di un contesto e di un approccio internazionale l’estro, la ‘cura sartoriale’ e la creatività unica dell’essere italiani è invece un grandissimo valore, sempre vincente.

 

Come ha affrontato la vostra agenzia la sfida della pandemia? Quali strategie avete adottato e come questa ha impattato sul business? 

Smartworking fin da subito, perché la salute di tutti è la cosa più importante. Protocolli chiari e sicuri per le produzioni video. La tecnologia che ha dato la possibilità ai nostri clienti di seguire gli shooting da remoto, stando comodamente seduti a casa. Speriamo presto di poter tornare in ufficio in totale sicurezza. Facciamo un lavoro bellissimo, farlo insieme è decisamente meglio che farlo stando da soli a casa, davanti al Mac. Lato clienti abbiamo adattato sostanzialmente tutto l’approccio. Abbiamo inventato campagne full digital, puntato tantissimo sul concetto di condivisione, abbiamo cercato di far parlare i brand con le community e di scendere allo stesso livello delle persone in modo da fare squadra. Penso a progetti come HiPro di Danone con la campagna HiPro Supports Trainers o le iniziative ‘Together we can’ fatte con Aperol, tutti progetti che vedevano l’utente al centro coinvolto insieme al brand nello sviluppare una comunicazione utile da un punto di vista sociale, con un livello di concretezza altissimo, inattaccabile anche dagli hater più incalliti. 

 

Come è cambiato in questi mesi il vostro approccio al digitale e il suo utilizzo nella creatività? 

Digital, mi chiedo spesso se valga ancora la pena di parlare di ‘digital’ come categoria o come ambito di comunicazione. Oggi, tutto è digital. Ci sono ancora davvero dei momenti della nostra vita che non hanno al suo interno uno strumento, un elemento, un’interazione realmente non digital? Dubito, o probabilmente si contano sulle dita di una mano… È proprio da qui che partiamo nei nostri ragionamenti, per ogni progetto o campagna che facciamo, perché alla base di tutto non c’è solo più un messaggio di comunicazione, ma c’è l’esperienza. E allora crediamo sia più giusto parlare di Experience, dove contenuti, messaggi di comunicazione e touchpoint (digital e non, ndr) coesistono in maniera armoniosa. Proprio in questa direzione che stiamo lavorando guardando al futuro anche di Miyagi con la creazione di una nuova unit dedicata all’experience.

 

Sostenibilità e trasparenza sono diventate con questa crisi ancora di più parole chiave per la comunicazione. Come affrontate questi aspetti con i brand? Qual è la loro richiesta in merito?

Mai come in questo periodo tutti i nostri clienti sono attentissimi a tematiche di trasparenza e sostenibilità. Noi siamo assolutamente allineati da questo punto di vista e siamo sempre entusiasti nel proporre progetti che valorizzano tematiche legate alla sostenibilità ambientale e sociale, all’inclusione, alla trasparenza. Quest’anno probabilmente a causa della pandemia ci siamo focalizzati molto su di noi, sulle persone, sull’individuo. Ma sono ormai diversi anni che la terra ci manda segnali allarmanti, delle vere e proprie richieste di aiuto. È il momento per tutti di rimboccarsi le maniche e lavorare creando progetti concreti che lavorino in questa direzione in maniera preponderante. Viviamo in un mondo bellissimo, dobbiamo agire prontamente, fare, oltre che comunicare progetti sostenibili.

 

Un bilancio di questo difficile anno per la sua agenzia: come chiuderete? E che previsioni avete per il 2021? Quali progetti avete in cantiere?

Dopo 4 anni di grandissima crescita che ci ha portati a una struttura di 45 persone, con un fatturato di oltre 3,5 milioni è evidente che quest’anno, a causa della contrazione del mercato, anche i nostri risultati ne risentiranno un pochino. Ma grazie al duro lavoro, alla nostra capacità di adattamento e reazione e ad una gestione economico-finanziaria oculata abbiamo assorbito egregiamente il colpo, chiuderemo in attivo il 2020 e siamo riusciti a trasformare questa occasione complessa in un’opportunità per riorganizzare l’agenzia e guardare al futuro. Come già anticipato, lanceremo tra gennaio e febbraio sul mercato una nuova unit dedicata all’experience, dove tecnologia e contenuto si fondono perfettamente, amplificandosi a vicenda. Per realizzare tutto questo abbiamo fatto nuove assunzioni importanti in modo da portare competenze specifiche all’interno di Miyagi e costruire, partendo da queste, un nuovo modello d’offerta per i nostri clienti.

 

 

CASE HISTORY

 

Danone HiPRO

HiPRO è la bevanda proteica di Danone dedicata agli sportivi amatoriali, che vivono lo sport con la passione dei veri professionisti. Per far conoscere al target il prodotto Miyagi ha deciso di realizzare un lancio totalmente digital, partendo da un profilo Instagram tutto da costruire e dall’aiuto dei testimonial più logici per la nostra audience: i fitness influencer.

Così ha, di fatto, trasformato la ricerca dell’influencer perfetto nella campagna di lancio vera e propria. E assecondando il tono di voce sfidante e bold del prodotto, ha lanciato loro una sfida: i partecipanti hanno dovuto battersi a colpi di contenuti social per conquistarsi il ruolo di primo ambassador ufficiale italiano del brand. Il social è stato il principale media utilizzato per lanciare il nuovo prodotto sul mercato italiano. L’idea creativa è quindi nata per sfruttarne al massimo le caratteristiche. Un canale Instagram con zero follower è stato utilizzato per costruirci una reputazione, e la partnership con i giusti influencer ha aiutato a guadagnare la credibilità necessaria agli occhi del target. Anche dopo la campagna di lancio, Instagram è rimasto il principale canale, e si è cercato di sfruttare al meglio tutti i suoi asset per creare una comunicazione coerente e interattiva. Questi ha permesso di schierarsi dalla parte degli sportivi e sostenere i loro allenamenti grazie a tanti contenuti dedicati. La scelta è stata ripagata con un’ottima fan base che ha permesso di ottenere più di 10 milioni di interazioni e un engagement rate dell’8% durante il lancio, e volumi di vendita che hanno ampiamente superato le previsioni, segnando un +28% sui volumi e un +32% sulle net sales. A dicembre 2020, infine, è stata lanciata l’iniziativa ‘HiPro Support Trainers’ dove HiPro di fatto dona concretamente visibilità a tutti i personal trainer professionisti che stanno vivendo un momento difficile a causa delle chiusure di palestre e centri sportivi. Non potendo contribuire concretamente con emolumenti in denaro è stata realizzata una piattaforma di comunicazione che dà a loro la visibilità necessaria per poter aumentare la propria ‘awareness personale’ e potenzialmente il volume d’affari.

 

CASE HISTORY

Aperol_Together we can

Una musica può farci sentire più vicini, più uniti. Anche se lontani, insieme possiamo ridere, cantare una canzone, condividere emozioni e soprattutto fare del bene. Questo è quello che è stato realizzato con Rockin’1000 e 1.200 musicisti uniti virtualmente da tutto il mondo per sostenere la Protezione Civile, impegnata in prima linea per fronteggiare l’emergenza Covid-19. Alla chiamata hanno risposto cantanti, chitarristi, bassisti, batteristi, tastieristi e fiati. Ognuno di loro ha registrato da casa un video con la sua versione di ‘Una musica può fare’ di Max Gazzè. Per ogni video ricevuto Aperol e Rockin’1000 hanno donato 50€ e, superati i 1.000 partecipanti, Aperol ha raddoppiato la donazione fino ad arrivare a 100.000€. Quello che la musica può fare è il risultato di questa iniziativa: un emozionante video corale realizzato con tutti i contributi audio e video ricevuti