Inchieste
Sorrell, nessuna pace con Benatti
Non arriva alcun segnale di riconciliazione dal fronte Wpp dopo l’incontro di domenica scorsa. Da fonti off the records vicine alla holding inglese trapelano i particolari dell’incontro di domenica scorsa, e le ipotetiche responsabilità del manager veneto.
Si apre un nuovo capitolo sul contenzioso Wpp-Sorrell/Benatti dopo l'articolo apparso oggi su MF. Nel ritaglio di stampa viene rivelato un incontro tra i due tenutosi a Londra domenica scorsa, presso gli uffici di Wpp alla presenza di un 'Interpreter', per citare il film di successo, scelto dallo stesso Sorrell. Mf dà una lettura positiva dell'incontro, inteso come un tentativo di riappacificazione, volto ad abbassare i toni del confronto e a cercare una soluzione, come suole dirsi, senza spargimento di sangue.
Ma è stato davvero così, come sono andate le cose, chi ha fatto la prima mossa e perché? E, ancora, quali saranno i prossimi passi nella vicenda?
Abbiamo ricostruito i fatti indagando presso gli opposti schieramenti. Sia pure richieste, dichiarazioni ufficiali non ne vengono fatte. ADVexpress ha condotto un lavoro di inchiesta indagando presso i due fronti e ricavando informazioni 'off the records', prive quindi del crisma dell'ufficialità. Proponiamo le due posizioni secondo l'ordine con cui si sono mossi gli attori.
Secondo quanto ci risulta a fare la prima mossa sarebbe stato Marco Benatti. O meglio come viene precisato da fonti londinesi vicine a Wpp, sarebbero stati i suoi avvocati e suoi colleghi più vicini a consigliarlo in questa direzione. Il motivo del gesto è abbastanza evidente. Secondo una versione riconducibile a Benatti, il manager avrebbe cercato l'incontro, della durata di un paio di ore e al quale ha partecipato anche il fratello Vittorio (già curatore degli interessi overseas di Benatti secondo quanto insinua la fonte Wpp), per verificare se ci fossero gli elementi per ricucire civilmente la questione prima di affrontare una guerra che se si realizzerà, solleverà certamente un grande clamore, ancora più grande di quello che sta già sollevando. Il fatto che Sorrell abbia accettato la proposta testimonierebbe la volontà da parte dello stesso Sorrell almeno di parlarsi. Altrimenti l'invito sarebbe stato rispedito al mittente.
Diversa la versione di Wpp, da cui si evince che l'incontro potrebbe essersi risolto in una trappola per il manager veronese. A Londra Benatti avrebbe ammesso particolari della vicenda che avrebbe negato nei giorni scorsi, a partire dal fatidico 9 gennaio. I particolari riguarderebbero quanto già emerso in articoli pubblicati in precedenza da ADVexpress e da altre testate come l'autorevole Sole24Ore, ossia la partecipazione o la proprietà di Benatti in asset e società fornitrici di servizi, italiane e oltre oceano, con cui Wpp lavorava, o di cui era fondamentalmente proprietaria. Partecipazioni che, appunto, Benatti ha sempre negato di avere.
Sempre secondo la versione raccolta da fonti vicine all'head quarter londinese, tra Wpp e gli uomini più vicini a Benatti ci sarebbero stati altri incontri, dove i suddetti manager avrebbero anche loro ammesso irregolarità nella gestione del business in Italia. In sostanza, si profila l'ipotesi, paventata da Wpp, che Benatti si facesse forte del potere e del titolo di country manager e chairman di Wpp Italia per affidare ai suoi più stretti collaboratori il cosiddetto 'lavoro sporco'. Un lavoro che, nonostante la clausola di non concorrenza, mirava a creare un business in contrasto con gli interessi Wpp.
Il progetto, sempre secondo la fonte 'off the records' avrebbe avuto anche un nome in codice e vi si stava lavorando da circa un anno.
Questi gli elementi, dai contorni ancora vaghi, portati avanti da Wpp e per i quali la holding inglese vanta di possedere prove certe e inconfutabili, addirittura documenti a firma dello stesso Benatti. Insomma, il manager veronese sarebbe stato colto "with the hands in the cookies", con le mani nella marmellata come si direbbe in Italia. Così si spiega l'azione legale intrapresa da Wpp e articolata su tre filoni, con tre studi diversi: societario, giuslavorista e penale.
Per chiudere il tema del meeting di domenica, secondo le nostre fonti inglesi, soltanto alla fine il manager italiano avrebbe cercato di capire come, eventualmente, ricomporre pacificamente la questione.
Quanto c'è di personale in questa querelle? Niente, tengono a precisare a Londra, come non c'entrano i risvolti 'rosa' che si sono voluti leggere nella vicenda.
Per il futuro la posizione è secca, Wpp continuerà nella azione legale fino a quando Benatti non chiarirà tutti i particolari del suo rapporto con Wpp. Da come si stanno mettendo le cose, e vista la gravità delle accuse, sembra dunque difficile che il contenzioso possa risolversi civilmente.