Inchieste
Eventi Low Budget. Giovenco, chiamateli eventi a 'budget sostenibile'
Meglio definirli a 'budget sostenibile'. Questi eventi sono sempre esistiti, solo che oggi richiedono un maggiore impegno. Crescono le aspettative delle aziende, dunque, e le agenzie sono chiamate alla creatività. L'equazione 'grande budget = grande evento', in ogni caso, non funziona. Intervista a Corrado Giovenco, ad Dpr Eventi.
Prima la crisi, che con il suo tsunami ha provocato tagli agli investimenti pubblicitari e una diffusa quanto dovuta nuova austerity, ora i segnali di ripresa all’orizzonte. Il settore degli eventi ne esce, rispetto agli altri comparti della comunicazione, a testa alta, ma qualcosa è cambiato. Innanzitutto i budget, a volte ‘congelati’, a volte ridotti.
Tra le tipologie di eventi, il Bea-Best Event Awards ha introdotto il Low Budget, che si caratterizza, quindi, non più in base a una precisa fascia di investimento (meno di 50.000 euro), ma per il fatto di essere una vera e propria tipologia, al pari delle convention e dei lanci di prodotto. Il perché della scelta sta nel fatto che, spesso, a un basso investimento corrisponde una dose di creatività tale da sovvertire anche gli eventi più tradizionali. Sarebbe come dire: ‘fare di necessità virtù’. Ma da parte delle aziende, fare eventi low budget significa pretendere la stessa qualità al minor prezzo, spremendo quindi i margini d’agenzia, oppure essere davvero disposti a sovvertire gli schemi e a rinunciare alle grandi spettacolarizzazioni in nome di una creatività più spinta?
Abbiamo voluto girare la provocazione ad alcune agenzie di eventi. Dopo l'intervista a Mameli di One for One, a Lanza di Piano B, a Cassone di Alphaomega, a Martelli di Estra, a Mascheri di Sinergie e a Bo di Come (vedi notizie correlate), riportiamo di seguito l'intervento di Corrado Giovenco, amministratore delegato Dpr Eventi.
A suo avviso, qualità e riuscita di un evento possono rimanere alte a fronte di un investimento ridotto?
Gli eventi a low budget, in un certo senso ci sono sempre stati. La differenza sta nel fatto che prima erano eventi rivolti ad una platea più piccola, ai mercati locali, o alle riunioni intermedie. Adesso, la medesima struttura si propone anche per una convention programmatica dedicata all’intera azienda. Non si taglia certo sulla qualità, direi piuttosto sulla quantità: meno schermi, meno scenografia, meno spettacolarizzazione e più concretezza.
Per la sua agenzia, quanto ha influito la crisi nella richiesta di questo tipo di eventi?
Ne abbiamo sempre fatti, ma è cresciuto l’impegno che si mette in questi eventi.
Le aziende che vi chiedono eventi ‘low budget’ vogliono eventi simili a quelli dei tempi più floridi, ma con budget ridimensionati, oppure si adattano alla disponibilità di un investimento ridotto? Low cost, insomma, oppure low budget?
Direi che il cliente è il primo a ridimensionare le richieste già in fase di brief. Già a partire dalla scelta della location, il più vicino possibile per ridurre al minimo la biglietteria aerea, i pernottamenti, i pranzi e le cene. Grande attenzione anche alla scelta della struttura, meno stelle e maggior uso delle camere doppie. Parola d’ordine: contenimento dei costi, anche quelli più piccoli come gli inviti: per posta elettronica al posto che postalizzati.
L’evento Low Budget ha acquisito dignità come tipologia : non è un caso che anche al Bea vi sia una categoria ad hoc, e che l’edizione del 2009 dell’EuBea abbia visto trionfare un progetto a investimento ridotto, ‘The biggest concert in the world’, dell’agenzia Jung von Matt/relations GmbH. Qual è a riguardo la sua opinione?
L’equazione 'grande budget = grande evento' non funzionava in passato e tanto meno adesso. È il momento di tirare fuori le idee forti, che non è detto che siano le più costose. Ben vengano gli eventi con 'budget sostenibile' - low budget è una definizione che non mi piace -, che stimolano la creatività. In pubblicità si usa dire che un’idea è buona se riesci a spiegarla con poche parole. E con una buona idea si può fare un evento ugualmente efficace e con un costo sostenibile.
C.P.
Tra le tipologie di eventi, il Bea-Best Event Awards ha introdotto il Low Budget, che si caratterizza, quindi, non più in base a una precisa fascia di investimento (meno di 50.000 euro), ma per il fatto di essere una vera e propria tipologia, al pari delle convention e dei lanci di prodotto. Il perché della scelta sta nel fatto che, spesso, a un basso investimento corrisponde una dose di creatività tale da sovvertire anche gli eventi più tradizionali. Sarebbe come dire: ‘fare di necessità virtù’. Ma da parte delle aziende, fare eventi low budget significa pretendere la stessa qualità al minor prezzo, spremendo quindi i margini d’agenzia, oppure essere davvero disposti a sovvertire gli schemi e a rinunciare alle grandi spettacolarizzazioni in nome di una creatività più spinta?
Abbiamo voluto girare la provocazione ad alcune agenzie di eventi. Dopo l'intervista a Mameli di One for One, a Lanza di Piano B, a Cassone di Alphaomega, a Martelli di Estra, a Mascheri di Sinergie e a Bo di Come (vedi notizie correlate), riportiamo di seguito l'intervento di Corrado Giovenco, amministratore delegato Dpr Eventi.
Gli eventi a low budget, in un certo senso ci sono sempre stati. La differenza sta nel fatto che prima erano eventi rivolti ad una platea più piccola, ai mercati locali, o alle riunioni intermedie. Adesso, la medesima struttura si propone anche per una convention programmatica dedicata all’intera azienda. Non si taglia certo sulla qualità, direi piuttosto sulla quantità: meno schermi, meno scenografia, meno spettacolarizzazione e più concretezza.
Per la sua agenzia, quanto ha influito la crisi nella richiesta di questo tipo di eventi?
Ne abbiamo sempre fatti, ma è cresciuto l’impegno che si mette in questi eventi.
Le aziende che vi chiedono eventi ‘low budget’ vogliono eventi simili a quelli dei tempi più floridi, ma con budget ridimensionati, oppure si adattano alla disponibilità di un investimento ridotto? Low cost, insomma, oppure low budget?
Direi che il cliente è il primo a ridimensionare le richieste già in fase di brief. Già a partire dalla scelta della location, il più vicino possibile per ridurre al minimo la biglietteria aerea, i pernottamenti, i pranzi e le cene. Grande attenzione anche alla scelta della struttura, meno stelle e maggior uso delle camere doppie. Parola d’ordine: contenimento dei costi, anche quelli più piccoli come gli inviti: per posta elettronica al posto che postalizzati.
L’evento Low Budget ha acquisito dignità come tipologia : non è un caso che anche al Bea vi sia una categoria ad hoc, e che l’edizione del 2009 dell’EuBea abbia visto trionfare un progetto a investimento ridotto, ‘The biggest concert in the world’, dell’agenzia Jung von Matt/relations GmbH. Qual è a riguardo la sua opinione?
L’equazione 'grande budget = grande evento' non funzionava in passato e tanto meno adesso. È il momento di tirare fuori le idee forti, che non è detto che siano le più costose. Ben vengano gli eventi con 'budget sostenibile' - low budget è una definizione che non mi piace -, che stimolano la creatività. In pubblicità si usa dire che un’idea è buona se riesci a spiegarla con poche parole. E con una buona idea si può fare un evento ugualmente efficace e con un costo sostenibile.
C.P.

