Inchieste

Terzaghi (Challenge): "Abbandonare la candidatura alle Olimpiadi 2020? Scelta saggia, seppur dolorosa"

Prosegue il dibattito tra i professionisti della event industry sulla mancata candidatura del nostro Paese alle Olimpiadi 2020. Secondo Roberto Terzaghi, amministratore unico Challenge, l'economia italiana attraversa una fase delicatissima che impone grande prudenza nell’assumere impegni a lungo termine di questa natura.

Roma ha perso il treno olimpico: la decisione del premier Mario Monti ha posto fine al percorso di candidatura della Città Eterna all'evento internazionale. La notizia, non certo fresca, continua a lasciare la propria scia, alimentando un dibattito mai sopito tra i professionisti della event industry (vedi notizie correlate), i quali, a diverso titolo, avrebbero potuto trarre beneficio dalla manifestazione.
La crisi economica, il caso di Atene 2004 e i costi all'ultimo raddoppiati per l’Olimpiade di Terzaghi_Roberto.JPGLondra sono stati decisivi nel verdetto finale di Monti, pur nella consapevolezza che i Giochi possano rappresentare una grande occasione di sviluppo.
Restano in corsa Madrid, Tokyo, Istanbul, Doha e Baku.
La scelta verrà ufficializzata a Buenos Aires il 7 settembre 2013.

Cosa ne pensano le agenzie? Lo abbiamo chiesto a Roberto Terzaghi, amministratore unico Challenge.

Cosa ne pensa della nostra 'ritirata' per la corsa alle Olimpiadi 2020?
Credo sia stata una scelta saggia, pur se dolorosa.
Saggia, perché la situazione economia italiana sta attraversando una fase delicatissima che impone grande prudenza nell’assumere impegni a lungo termine di questa natura.
Dolorosa, poiché ritengo che la qualità organizzativa che il nostro Paese ha più volte dimostrato di saper mettere in campo avrebbe garantito un’eccellente edizione dei Giochi. 

È d'accordo con Monti o ritiene che l'evento avrebbe potuto incidere positivamente sul Paese?
Concordo pienamente con il Presidente del Consiglio. Se è indubitabile che l’organizzazione di un grande evento sportivo valorizza l’immagine del Paese organizzatore, non è altrettanto scontato che porti al Paese benefici economici, specie di lungo periodo. Alcune recenti esperienze credo debbano far riflettere.  

Restano in corsa Madrid, Tokyo, Istanbul, Doha e Baku. Per chi fa il 'tifo'?
Il cuore è per l’“usato sicuro” (e quindi Tokyo), la ragione (con un pizzico di amarezza) mi fa dire Doha, il posto giusto per un grande evento altamente spettacolare ma sempre più lontano dallo spirito olimpico delle origini.