Celebrazione - ricorrenza
8 giugno: Giornata Mondiale delle Fiere. Il comparto vale 55 miliardi di dollari, Italia seconda in Europa
Il settore comparto fieristico italiano, rappresentato da AEFI, si è unito alle celebrazioni con l'evento 'Meet Italian Excellence: le fiere come ponte di sviluppo'. Le fiere italiane generano affari per 60 miliardi di euro, dando origine al 50% dell’export delle nostre aziende; per l’88,5% delle PMI italiane lo strumento ‘fiera’ rappresenta l’unico mezzo di promozione oltreconfine.
Mercoledì 8 giugno in tutto il mondo, i riflettori erano puntati sul comparto fieristico grazie all’importante iniziativa globale della prima Giornata Mondiale delle Fiere.
Lanciato da UFI - l’Associazione mondiale delle Fiere con sede a Parigi - e da IAEE - l'Associazione Internazionale delle Fiere e Manifestazioni con sede a Dallas – il Global Exhibition Day vede coinvolte numerose associazioni e operatori del settore che hanno unito le forze per valorizzare l’intero comparto.
Una duplice opportunità: per attrarre l’interesse mondiale sulle Fiere quale leva per le crescita delle imprese, aumentando la consapevolezza del valore delle manifestazioni quale volano per l’economia del Paese, nonché per sensibilizzare le istituzioni sull’importanza del comparto sollecitandole sulla necessità di sostegno anche con la risoluzione di fondamentali problematiche legate a tematiche legislative e fiscali.
Non va dimenticato che il comparto a livello mondiale è un vero motore di sviluppo, confermato anche dai 55 miliardi di dollari del valore dell’industria fieristica mondiale.
Obiettivo del Global Exhibitions Day è anche quello di celebrare chi lavora nel settore: sono oltre 680.000 le persone impiegate nell’industria fieristica. Se si considera l’indotto, si raggiungono 1.800.000 posti di lavoro.
Il presidente di AEFI, Ettore Riello (FOTO), nel suo intervento introduttivo ha ricordato inoltre che ogni anno, in tutto il mondo, si svolgono 31.000 eventi fieristici che coinvolgono 260 milioni di visitatori e 4.400.000 imprese espositrici; mentre il 51% è la quota delle transazioni che avvengono in fiera grazie agli operatori internazionali.
Un contesto in cui l’Italia si inserisce da protagonista, ricoprendo la seconda posizione in Europa per valore del settore, dopo la Germania.
Per quanto riguarda il nostro Paese, Riello ha quindi sottolineato come le fiere italiane generino affari per 60 miliardi di euro dando origine al 50% dell’export delle nostre aziende e che per l’88,5% delle PMI italiane lo strumento ‘fiera’ rappresenta l’unico mezzo di promozione oltreconfine.
Un asset straordinario che dovrebbe essere fortemente sostenuto. Del resto, i numeri del settore parlano da soli: nei quartieri espositivi italiani (che occupano una superficie complessiva di 4 milioni e 200mila metri quadrati) quest’anno sono programmate 946 manifestazioni, 189 delle quali a carattere internazionale (queste ultime dedicate per il 18% al settore tessile; per il 14% a sport, hobby, intrattenimento e arte; per il 10% al Food&Beverage e ospitalità e per il 7% alla meccanica).
“Sarebbe però riduttivo parlare del ruolo delle fiere nel mondo considerandone solo l’aspetto economico – ha commentato Riello. – Ritengo che la valenza del loro operare vada ben oltre e contribuisca anche a creare un ponte tra civiltà e popolazioni, accorciando le distanze tra i nostri Paesi. Solo intensificando questi nostri legami riusciremo a essere veramente motori di crescita e portatori di benessere socio-economico per i nostri territori”.
L’evento è stato anche l’occasione per evidenziare, a livello internazionale, le eccellenze Made in Italy su cui è necessario continuare a investire con una vera e propria 'strategia Paese', con un progetto di marketing che coinvolga tutti i principali attori del Sistema Paese.
Un primo segnale in questa direzione è arrivato, lo scorso anno, dall’allora viceministro, ora ministro, Carlo Calenda con l’inserimento delle Fiere nel Piano per la promozione straordinaria del Made in Italy che ha rappresentato anche un importante riconoscimento per le fiere quali strumenti di leva strategica per la crescita del Paese.
E questo vale per tutte le fiere: ciascuna con la sua peculiarità, la sua valenza ed il suo ruolo specifico. Le grandi fiere, quelle con una forte vocazione internazionale, stanno veramente facendo la differenza, nei settori strategici, per l’incremento delle esportazioni.
Grazie al contributo dei relatori sono stati sottolineati il valore delle esposizioni fieristiche per le imprese per guidare l’innovazione e la competitività e il ruolo chiave delle manifestazioni per lo sviluppo degli scambi commerciali e l'internazionalizzazione.
Lanciato da UFI - l’Associazione mondiale delle Fiere con sede a Parigi - e da IAEE - l'Associazione Internazionale delle Fiere e Manifestazioni con sede a Dallas – il Global Exhibition Day vede coinvolte numerose associazioni e operatori del settore che hanno unito le forze per valorizzare l’intero comparto.
Sono infatti oltre 20 i Paesi che hanno celebrato l’8 giugno con una serie di azioni dedicate: oltre ad AEFI, anche AAXO e EXSA (Sud Africa), AEO (UK), AFE (Spagna), AFECA (Asia), Afida (Centro e Sud America), AMPROFEC (Messico), AOCA (Argentina), AUMA e Fairlink (Svezia), FAMAB (Germania), CAEM (Canada), CEFA e CENTREX (Europa centrale), EEAA (Australasia), EEIA (UE), HKECIA (Hong-Kong), IAEE e SISO (USA), IECA (Indonesia), IEIA (India), IELA (Global), IFES (Global), LECA (Libano), MACEOS (Malesia), MFTA (Macao), PCEI (Polonia), RUEF (Russia), TEA (Thailandia), UBRAFE (Brasile) e UNIMEV (Francia).
Per l’occasione, AEFI - Associazione Esposizioni e Fiere Italiane ha organizzato a Roma - presso la Sala del Tempio di Adriano della Camera di Commercio - l’evento 'Meet Italian Excellence: Le Fiere come ponte di sviluppo', che si è aperto con il video che presenta il settore fieristico attraverso una carrellata delle eccellenze italiane. Un viaggio che racconta la bellezza, la cultura, le tradizioni, l’artigianalità della nostra Italia che le fiere sostengono e promuovono.
Per l’occasione, AEFI - Associazione Esposizioni e Fiere Italiane ha organizzato a Roma - presso la Sala del Tempio di Adriano della Camera di Commercio - l’evento 'Meet Italian Excellence: Le Fiere come ponte di sviluppo', che si è aperto con il video che presenta il settore fieristico attraverso una carrellata delle eccellenze italiane. Un viaggio che racconta la bellezza, la cultura, le tradizioni, l’artigianalità della nostra Italia che le fiere sostengono e promuovono.
Una duplice opportunità: per attrarre l’interesse mondiale sulle Fiere quale leva per le crescita delle imprese, aumentando la consapevolezza del valore delle manifestazioni quale volano per l’economia del Paese, nonché per sensibilizzare le istituzioni sull’importanza del comparto sollecitandole sulla necessità di sostegno anche con la risoluzione di fondamentali problematiche legate a tematiche legislative e fiscali.
Non va dimenticato che il comparto a livello mondiale è un vero motore di sviluppo, confermato anche dai 55 miliardi di dollari del valore dell’industria fieristica mondiale.
Obiettivo del Global Exhibitions Day è anche quello di celebrare chi lavora nel settore: sono oltre 680.000 le persone impiegate nell’industria fieristica. Se si considera l’indotto, si raggiungono 1.800.000 posti di lavoro.
Il presidente di AEFI, Ettore Riello (FOTO), nel suo intervento introduttivo ha ricordato inoltre che ogni anno, in tutto il mondo, si svolgono 31.000 eventi fieristici che coinvolgono 260 milioni di visitatori e 4.400.000 imprese espositrici; mentre il 51% è la quota delle transazioni che avvengono in fiera grazie agli operatori internazionali.
Un contesto in cui l’Italia si inserisce da protagonista, ricoprendo la seconda posizione in Europa per valore del settore, dopo la Germania.
Per quanto riguarda il nostro Paese, Riello ha quindi sottolineato come le fiere italiane generino affari per 60 miliardi di euro dando origine al 50% dell’export delle nostre aziende e che per l’88,5% delle PMI italiane lo strumento ‘fiera’ rappresenta l’unico mezzo di promozione oltreconfine.
Un asset straordinario che dovrebbe essere fortemente sostenuto. Del resto, i numeri del settore parlano da soli: nei quartieri espositivi italiani (che occupano una superficie complessiva di 4 milioni e 200mila metri quadrati) quest’anno sono programmate 946 manifestazioni, 189 delle quali a carattere internazionale (queste ultime dedicate per il 18% al settore tessile; per il 14% a sport, hobby, intrattenimento e arte; per il 10% al Food&Beverage e ospitalità e per il 7% alla meccanica).
Complessivamente, le 946 fiere interessano 200.000 espositori e movimentano 22 milioni di visitatori; 13 milioni di loro – di cui il 10% provenienti dall’estero – sono attirati dalle manifestazioni internazionali.
“Sarebbe però riduttivo parlare del ruolo delle fiere nel mondo considerandone solo l’aspetto economico – ha commentato Riello. – Ritengo che la valenza del loro operare vada ben oltre e contribuisca anche a creare un ponte tra civiltà e popolazioni, accorciando le distanze tra i nostri Paesi. Solo intensificando questi nostri legami riusciremo a essere veramente motori di crescita e portatori di benessere socio-economico per i nostri territori”.
L’evento è stato anche l’occasione per evidenziare, a livello internazionale, le eccellenze Made in Italy su cui è necessario continuare a investire con una vera e propria 'strategia Paese', con un progetto di marketing che coinvolga tutti i principali attori del Sistema Paese.
Un primo segnale in questa direzione è arrivato, lo scorso anno, dall’allora viceministro, ora ministro, Carlo Calenda con l’inserimento delle Fiere nel Piano per la promozione straordinaria del Made in Italy che ha rappresentato anche un importante riconoscimento per le fiere quali strumenti di leva strategica per la crescita del Paese.
"Le fiere possono svolgere un ruolo fondamentale per rilanciare il nostro Paese, oltre a rappresentare una grande opportunità di crescita: una realtà vera, un volano per l’intero tessuto industriale del Paese da inserire a pieno titolo tra le leve strategiche della politica industriale italiana", – ha ribadito Riello.
E questo vale per tutte le fiere: ciascuna con la sua peculiarità, la sua valenza ed il suo ruolo specifico. Le grandi fiere, quelle con una forte vocazione internazionale, stanno veramente facendo la differenza, nei settori strategici, per l’incremento delle esportazioni.
Nei settori in cui negli ultimi anni si è investito molto in termini di prodotti fieristici i risultati infatti non mancano.
Grazie al contributo dei relatori sono stati sottolineati il valore delle esposizioni fieristiche per le imprese per guidare l’innovazione e la competitività e il ruolo chiave delle manifestazioni per lo sviluppo degli scambi commerciali e l'internazionalizzazione.