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Intersections. Per ottenere attenzione nel digital servono capacità d'indagine. La Total Media Quality di IAS apre le porte ad un nuovo approccio che fa della precisione l'elemento abilitante delle performance

Molte le sfide che il sovraffollamento di contenuti e informazioni pone alla ricerca dell'attenzione. IAS ne ha parlato all'interno del workshop dal titolo “IAS, L’Oreal e Wavemaker | Unveil the beauty of every impression” tenutosi nella prima giornata dell'evento promosso da IAB Italia, ADCI e UNA. Durante il talk Paolo Bordini, Media & Consumer TouchPoints Manager L'Oréal Italia e Valentina Lops, Digital Lead Wavemaker hanno raccontato la loro esperienza e i risultati ottenuti grazie alla tecnologia dell'azienda specializzata nel monitoraggio e analisi dei dati.

500 ore di nuovi video caricati su YouTube al minuto nel 2024, per Europol entro il 2026 il 90% dei contenuti saranno creati dall'AI, ai quali si aggiunge il problema della saturazione di contenuti e informazioni online. Il 76% degli utenti reputa i brand responsabili delle troppe pubblicità. Uno scenario complesso e inflazionato, le cui sfide che vengono poste al settore della comunicazione sono state discusse da IAS e dai suoi nel workshop andato in scena ieri durate Intersection dal titolo “IAS, L’Oreal e Wavemaker | Unveil the beauty of every impression” durante il quale Paolo Bordini, Media & Consumer TouchPoints Manager, L'Oréal Italia; Valentina Lops, Digital Lead, Wavemaker; Lucia Matano, Senior Associate CSM di IAS e Aaron Mirelli, Senior Account Executive di IAS, hanno raccontato le proprie esperienze e illustrato i tool disponibili per affrontare al meglio il panorama articolato della diffusione dei messaggi adv.

IAS collabora da un anno con Wavemaker, con particolare attenzione ai pilastri fondativi del brand L'Oreal, utilizzando gli MFA and Clutter. Dopo una prima fase di settaggio i risultati ottenuti sono stati ottimi, grazie anche alla Total Media Quality di IAS che permette di estendere i KPI di monitoraggio su più ambienti social e monitorare la brand safety e la suitability. Si tratta di una lettura comune che confronta le varie piattaforme al netto delle specificità. “Le 'onde' di lavoro con IAS ci hanno permesso di creare valore aggiunto e informato sugli ambienti digitali affollati da evitare, ottenendo così migliori performance ed efficientamento del budget.”

“La soluzione che abbiamo adottato, utilizzando gli MFA, – spiega Paolo Bordini – ha validato la bontà della nostra pianificazione e l'AD cluttering ci ha permesso di sviluppare ancor più nel dettaglio la pianificazione. Brand equity e attenzione al consumatore sono fondamentali per L'Oreal. Con gli strumenti di IAS abbiamo ottenuto una mole enorme di dati, che ci hanno permesso di effettuare un salto di qualità in termini di creatività e anche di scelta su quali creator erano più adatti e coinvolgenti per le comunicazioni, oltre che per la scelta del formato e del media più pertinente.” La casistica ha evidenziato che alcuni creator performavano il doppio rispetto ad altri, scoprendo inoltre quali personaggi sono più impattanti (in sintonia) per il brand.

L'esperienza con L'Oreal ha permesso a IAS, oltre a comprendere cosa è importante per i brand oggi, di capire cosa sarà necessario per il futuro. “Gli elementi chiave del successo di questa collaborazione sono stati la frequenza degli scambi (40 meeting realizzati su focus specifici (max durata 45 minuti) e la costruzione di report automatici che hanno permesso al team di Wavemaker di monitorare i risultati in qualsiasi momento.” ha sottolineato Lucia Matano.

Grazie agli MFA è stato possibile scoprire quali siti escludere dalla pianificazione perché non perforanti, spesse volte perché in possesso di un 'rumore' di fondo eccessivo.

Va ricordato che la total media quality cross piattaforma di IAS agisce su immagini, video e testo. Il risultato è un report nel quale vengono classificati quali sono i media più adatti in base a tre categorie di rischio.

Nel futuro prossimo IAS ha comunicato, ovviamente, di puntare sull'AI mantenendo centrale l'attenzione su data science, elementi verranno sviluppati secondo tre direttrici: video, enablement e outcomes, sviluppando nuovi performanti tool. Ci sarà poi una focalizzazione particolare sul settore della CTV, un mercato ancora molto da esplorare e che sta entrando nelle strategie dei clienti; un mezzo non ancora misurato. Sul fronte audience saranno messe in opera ulteriori indagini per ottimizzare il planning, anche per comprendere qual è il contenuto più pertinente, nel contesto odierno dove, oggi più che mai, è cruciale capire su quale media le comunicazioni devono andare, e a chi rivolgersi.