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Cannes Lions 2025. Gitto (GB22): “Il Festival l’apice delle espressioni culturali più avanzate del settore. Si affermano campagne con una strategia legata a obiettivi chiari e precisi, qualità del crafting e il valore dell’indipendenza”
Alla 72esima edizione del Festival della Creatività di Cannes, intervistiamo Vicky Gitto, fondatore e CCO di GB22. Lo incontriamo nell’area riservata a Young Lions, ossia ‘la cantera’ della creatività mondiale.
Mentre quest’anno si registra un calo dei delegati italiani iscritti ufficialmente a Cannes, che risultano essere 140, Gitto ha deciso di condividere con il suo team l’esperienza del Festival, perché, spiega, “il lavoro del creativo è cultura e Cannes rappresenta l'apice di tutte le espressioni culturali più avanzate di questo settore e un momento di approfondimento professionale importante. Noi siamo qui con tutta la prima linea e anche con dei clienti. Non c'è niente di più bello e interessante di scambiare pensieri, visioni, ipotesi, strategie con le aziende quando si ricevono stimoli da più parti”.
Siamo giunti alla terza giornata del Festival, e tra le tendenze più rilevanti e i messaggi più forti emersi dalle campagne in gara Gitto pone l’accento sul valore della strategia ancorata a obiettivi chiari e precisi e sul fatto che una semplice idea da sola non basta per andare oltre le shortlist in questa competizione internazionale della creatività. “
"Una delle domande chiave che ho sentito più volte nelle giurie del Festival, nelle discussioni su alcuni progetti è What's next? - afferma il creativo - . Campagne che non hanno atterraggi concreti su una strategia che dura nel tempo, rischiano di rimanere operazioni spot che non costruiscono il brand e un linguaggio di marca”.
Da creatività prettamente legate al purpose che hanno rappresentato un trend fino a poco tempo fa si è passati, osserva Gitto, a progetti connotati da ironia, anche in virtù di una maggior esigenza di leggerezza, ma sempre vincolati a strategie estremamente consistenti per i brand, legate a dati, piattaforme ed engagement del consumatore.
Un altro aspetto fondamentale a Cannes, evidenzia il creativo, è la qualità del crafting. Anche su scala globale si percepisce quando un brand investe in maniera seria sulla comunicazione. I marchi che costruiscono valore riservano attenzione a ogni dettaglio del processo di sviluppo di un progetto pubblicitario, dalla parte strategica, a quella concettuale ed esecutiva. A Cannes abbiamo la testimonianza molto chiara che i brand che fanno la differenza sono quelli che investono seriamente sulla comunicazione e che si avvalgono di interlocutori di alto livello. Pensiamo ad esempio ad Heineken, Uber Eats, McDonald's, Coca-Cola ma anche a brand locali.
L'intelligenza artificiale è un boost per il nostro lavoro, ma non può competere con chi ha una cultura della comunicazione ben radicata.
Vicky Gitto è founder e CCO della sigla GB22, che, ricordiamo, per il sesto anno consecutivo, è stata nominata Best Holistic Agency (questa volta ex aequo con Kiwi part of Uniting Group) agli NC AWARDS 2025, il premio di ADC Group dedicato alla migliore comunicazione integrata che lo scorso 13 giugno ha assegnato numerosi riconoscimenti alle campagne con cui la sigla ha partecipato.
Al Festival di Cannes, invece, Vicky Gitto quest’anno ha deciso di non iscrivere campagne. “Per prima cosa è molto più piacevole. Non torni a casa con nessun tipo di frustrazione. Inoltre, con grande autocritica, ho reputato che al momento fosse più importante perseguire altre vie. In futuro parteciperemo quando avremo progetti coerenti con il contesto globale della kermesse. Nel frattempo la nostra strategia è stata quella di costruire con grande consistenza relazioni solide con il mercato in cui lavoriamo”.
In questa edizione del Festival si è affermato il valore delle agenzie indipendenti, del territorio e delle logiche locali rispetto a quelle internazionali.
“È il momento in cui l'indipendenza è un valore assoluto. Perché libera da logiche internazionali che spesso non rispondono a quelle delle singole branch locali. Le sigle indipendenti, sia locali che internazionali, stanno vivendo il loro momento e dopo le prime affermazioni, 3 – 4 anni fa, oggi hanno raggiunto una maturazione del loro percorso e diventate realtà a tutti gli effetti". Essere indipendenti, riflette Gitto, consente di essere liberi, di fare scelte più rilevanti per i propri progetti e interlocutori, senza logiche di gruppo che costringono a prendere decisioni obbligate. E’ inoltre garanzia di maggiore velocità di reazione nel fornire risposte al mercato e di flessibilità nel surfare i cambiamenti.