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CMO Barometer 2025/1: “Il tempo dell’attesa” e il ruolo centrale dell’IA. Ghelardi (Serviceplan Group): “I marketer italiani più ottimisti della media europea”
ADC Group e Il Sole 24 ORE si confermano partner d’eccellenza del Gruppo Serviceplan anche per l’edizione 2025 del CMO Barometer, uno strumento prezioso per comprendere e anticipare in tempo reale i trend più importanti del settore, raccogliendo da brand e responsabili marketing internazionali insight esclusivi.
La struttura della ricerca
Per quanto riguarda gli 11 paesi in cui è stata condotta la ricerca, Ghelardi spiega come il focus quasi esclusivo sia stato sull'Europa, tranne una finestra sul Middle East: “Abbiamo intervistato 835 direttori marketing – puntualizza –: quasi il 60% fanno parte di board o comunque sono C- level (gli italiani sono 76, quindi circa il 10%), a copertura praticamente di tutte le categorie merciologiche, con un peso particolare sui beni di largo consumo e sul food”.
Mixando domande chiuse e domande aperte, il sondaggio ha esplorato in particolare 4 aree:
1. Le prospettive economiche per il 2025 e intenzioni di spesa in marketing.
2. I temi caldi del 2025, ossia le principali preoccupazioni dei CMO.
3. I trend attesi e le competenze necessarie per affrontare le sfide.
4. Le aspettative sui team e sulle agenzie.
Il sentiment dominante, secondo Ghelardi, è quello dell’attesa, rappresentata simbolicamente da “Aspettando Godot” di Samuel Beckett. Un’attesa rivolta soprattutto all’impatto dell’intelligenza artificiale, che già nell’edizione dello scorso era presente in modo importante nelle risposte degli addetti ai lavori, ma che in questa edizione è indicata come il tema più caldo da quasi il 60% degli intervistati. L’IA è vista soprattutto come una leva per migliorare l’efficienza operativa e ottimizzare le risorse, ma il suo pieno potenziale resta ancora indefinito.
Dal punto di vista della visione economica e delle differenze regionali, il 95% dei CMO europei prevede una fase di stallo economico nel 2025, con cambiamenti minimi, in positivo o in negativo che siano. Tuttavia, i CMO italiani si distinguono per un maggiore ottimismo, con una quota significativa pronta a investire in modo più coraggioso rispetto ai colleghi europei: “Un atteggiamento che potrebbe sembrare in controtendenza rispetto a questa generale visione di stallo, ma effettivamente la quantità di CMO che si dichiara pronta a investire l’anno prossimo in maniera più coraggiosa è rilevante” conclude Ghelardi.
Il viaggio attraverso la ricerca non si ferma qui, e proseguirà a breve con ulteriori approfondimenti per esplorare più nei dettagli le prospettive dei direttori marketing per il 2025.