Editoriale
Il Big Bang della comunicazione, da Renzi a Santoro fino ad Accatino
Politica, televisione e creatività. La comunicazione, nelle sue diverse modalità di espressione, è il driver più potente del cambiamento. Editoriale di Salvatore Sagone, presidente ADC Group.
.jpg)
Fattori scatenanti sono stati alcuni eventi di grande rilevanza 'comunicazionale'.
Il più recente è certamente la nuova avventura televisiva di Michele Santoro. Il programma Servizio Pubblico non è soltanto il primo vero caso di un approccio multimediale di successo (tv, internet, radio) con quasi tre milioni di telespettatori, circa il 12% di share (terza dopo Rai1 e Canale 5), e con tanto di sottoscrizione popolare, di contributo diretto per la sua realizzazione. Cosa forse più importante, ha smosso la staticità in cui si trova il sistema italiano dei media. Soprattutto per quanto riguarda l'offerta televisiva che, attraverso una progressiva strategia di abbassamento dei costi, ha portato a un impoverimento dell’offerta. Un impoverimento che sommato alla difficoltà degli altri mezzi, e soprattutto della carta stampata, non ha generato risorse da investire per sperimentare nuovi format e programmi, come ha bene sottolineato Paolo Ainio, presidente di Banzai Group nel convegno del 7 ottobre sul Big Bang della Comunicazione organizzato, ormai da due anni, dall'editrice di ADVexpress all'interno della Settimana della Comunicazione (leggi news).
Se il successo di Santoro sia l'espressione di una rivolta contro il degrado della tv generalista o segni la fine della tv analogica perché ha ridato il telecomando in mano ai cittadini ci vorrà ancora un po' di tempo per poterlo affermare con certezza. Anche perché le sirene che potrebbero richiamare a casa l'ideatore di Anno Zero si sono già messe in moto (e l'evoluzione del quadro politico potrebbe senz'altro giocare a suo favore). Ma è già abbastanza per dire che qualcosa, nonostante tutto, si muove.
A proposito di Big Bang, che sembra ormai essere la metafora più calzante per descrivere anche l'attuale momento politico-economico, il sindaco di Firenze Matteo Renzi nella sua convention alla Leopolda di Firenze ha compiuto un vero e proprio atto di 'disruption' non solo nel modo di fare politica ma di comunicarla. Per tre mesi, attraverso il sito web bigbangitalia.it è stato possibile partecipare, inserendo idee e critiche, a quello che Matteo Renzi ha ribattezzato ‘WikiPd’. Alla convention - progettata con successo dall'agenzia Catoni Associati, e al quale pare abbia dato un contributo determinante lo stesso Giorgio Gori che ha così lasciato Magnolia per dare anima e corpo alla politica - hanno partecipato oltre 10 mila persone, sono stati effettuati più di 500 mila collegamenti in streaming e scambiati ben 15 mila tweet. Come dire, il consenso si crea attraverso l'interazione e l'interconnessione che annulla la consueta distanza tra base e vertice e rende più concreto il rapporto tra propositori e sostenitori, come è già avvenuto nel caso dell'elezione del nuovo sindaco di Milano Giuliano Pisapia.
E dal basso arriva una proposta che, se troverà una forma di organizzazione che possa farla andare avanti, potrebbe riuscire a raggiungere obiettivi importanti. Mi riferisco alla proposta di Alfredo Accatino rivolta ai 2 milioni di persone che a vario titolo lavorano nell'area della creatività, una voce che secondo il famoso creativo rappresenta il 2,3% del Pil. La lettera è stata pubblicata anche dal nostro sito (vedi notizia correlata) e ha raggiunto migliaia di contatti (erano già 7.500 lo scorso 24 ottobre). Al di là delle forme che questo movimento riuscirà a prendere una cosa è certa. Il tema della creatività non potrà essere escluso dall'agenda del prossimo presidente di AssoComunicazione che verrà eletto il 30 novembre e che, salvo clamorosi colpi di scena, sarà Massimo Costa. Al manager Wpp non mancano le capacità, gli strumenti e gli uomini per affrontare la materia collocandola nella giusta cornice, quella di un sistema che dovrà essere ripensato perché possa andare alla stessa velocità del cambiamento.
Staremo a vedere.
Salvatore Sagone
Presidente ADC Group