Editoriale
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Willy Proto osserva che in Italia solo 15 mila aziende hanno accesso alla
comunicazione (vedi notizia correlata), contro le 20 mila della Spagna, le
25mila della Francia, le 42mila di UK. Quasi in contemporanea la notizia
dell'apertura della sede di Napoli dell'emiliana Industree. Luca Franzoso
"minaccia" anche una presenza nel Veneto. Chissa se poi si fermerà. Si vocifera
anche di un'altra nascita: un consorzio fra medie agenzie a capitale italiano
ben distribuite sul territorio nazionale.
Due indizi non fanno una prova. Ma forse si stanno affacciando imprenditori della comunicazione, pari età dei seconda generazione dell'industria nazionale e con la stessa missione: non hanno voglia di guardare le multinazionali che si pappano tutto. E' già una risposta al "mecchenniano" Proto. Quelle 10mila aziende del sistema produttivo e commerciale di questo paese che fino ad ora sono rimaste in silenzio, forse cominceranno a comunicare. Probabilmente lo faranno con quelli che si autodefiniscono partner professionali indipendenti con una buffa formula: nè inglesi, nè milanesi. Diceva Ciampi che è proibito fallire il rilancio della nostra economia, pena la retrocessione del paese in serie B. Spero che questa nuova classe dirigente tricolore aiuti nel progetto. Ci guadagneremo tutti.