Inchieste

De Micheli (Casta Diva Group) sull'adv dei vaccini anti-covid: "Non pensate che se questa campagna fosse nata qualche tempo fa, il commissario avrebbe chiamato un grande pubblicitario? Di nomi ce n'erano tanti, Testa, Sanna, Mignani, Baldoni..."

Il Presidente e Ad del Gruppo, interpellato da ADVexpress, interviene nel giro di microfono sulla campagna dell'architetto Boeri ponendo all'industry un interrogativo: "Oggi forse mancano i professionisti di tale rango? L’ambiente inaridito della comunicazione (anche per la sempre più scarsa irrigazione di liquidi) non ne produce più come un tempo? Dopo i persuasori occulti e i consulenti strategici, ecco emergere come nouveaux maîtres à penser gli chef e le archistar, che almeno ti regalano un impiattamento o un rendering più o meno piacevole".

Questa volta è Andrea De Micheli, presidente e AD di Casta Diva Group,  a esprimere il suo punto di vista da professionista del settore sulla campagna 'L'Italia rinasce con un fiore' ideata dall'architetto Stefano Boeri per la vaccinazione anti-covid (leggi news), che, come rivela il giro di microfono avviato da ADVexpress, ha sollevato pareri discordanti nell'industry della comunicazione e perplessità per l'assenza di un coinvolgimento strategico  di un'agenzia del mercato. 

Ecco l'opinione del manager. 

"A proposito di primavera e di primule, mi viene in mente una battuta, e cioè che le archistar pare abbiano una specie di Ius Primulae Noctis nei confronti dei politici e/o dei commissari straordinari, i quali si sottopongono a questo antico rito non tanto con rassegnazione, ma con malcelato entusiasmo. Associare un'archistar alla propria attività è infatti garanzia di visibilità, di polemiche e quindi di ulteriore visibilità.
Dal punto di vista simmetrico vale lo stesso principio, oltre al legittimo orgoglio di essere stati scelti per chiara fama tra le tante altre archistar che competono per lo Ius Solae.
Ai margini di un meccanismo quasi automatico, rimangono quelli che, se vogliamo essere cattivi, mostrando loro scarsa solidarietà, potremmo definire i rosiconi, ma che a un più attento esame potrebbero invece essere i veri legittimati a trattare l’argomento (in questo caso “Campagna di comunicazione sulla necessità di vaccinarsi contro il Covid-19”) e i veri delegittimati: cioè i professionisti del settore".


"A parte gli scherzi, la Primula di Boeri a me piace, è un concetto semplice ed efficace, da bravo comunicatore, anche se essendo lui un architetto non poteva che concepire un padiglione fisico - io magari avrei immaginato un film, o un tour, o un inno, ma non ha importanza, l’essenziale è che se ne parli, e che le persone si sensibilizzino, ammesso che non lo siano già abbastanza. E in questo caso, come è giusto, se n'è parlato, e tanto... Bene così. Le polemiche sull’opportunità di spendere i soldi per i padiglioni, sul perché non usare gli spazi esistenti, e soprattutto sui motivi per non aver chiamato i legittimati, delegittimandoli, secondo me stanno a zero (ma sul terzo punto voglio tornarci, fra un attimo). È ovvio che siamo di fronte a una boutade, che non si farà nessun padiglione a forma di primula (se non in una decina di piazze simboliche per poterle filmare con un drone) e che si useranno proprio i decantati luoghi abbandonati: cinema, teatri, palestre, centri commerciali. Magari decorandoli con manifesti primulaverili".


"Ma tornando sul terzo punto, non pensate, come me, che se questa campagna fosse nata qualche tempo fa, il commissario avrebbe chiamato un grande pubblicitario? Di nomi ce n’erano tanti: Armando Testa, Gavino Sanna, Marco Mignani, Enzo e Sandro Baldoni… 
Ricordo che Gavino, ad esempio, vinse un oro a Cannes con uno spot anti-AIDS, realizzato pro bono, immagino, e nessuno si scandalizzò. Era il professionista giusto al posto giusto. 
Significa forse che oggi ci mancano i professionisti di tale rango? L’ambiente inaridito della comunicazione (anche per la sempre più scarsa irrigazione di liquidi) non ne produce più come un tempo? I pubblicitari e i markettari stettero al fianco degli industriali e dei palazzinari nel corso del nostro boom economico. Erano temuti e rispettati, e definiti ambiguamente persuasori occulti… Poi quando si cominciò a parlare di values (economici, non morali) furono sostituiti dai consulenti strategici, i cui deliverables erano però
degli smilzi power point troppo aridi per diventare simboli.  Ecco quindi emergere come nouveaux maîtres à penser gli chef e le archistar, che almeno ti regalano un
impiattamento o un rendering più o meno piacevole. Guarda caso immediatamente identificati da Crozza come bersaglio ideale perché rappresentanti perfetti della fuffa strapagata. Detto ciò: viva le primule! e speriamo che ci convincano a vaccinarci".