Interviste

Format all digital dei BC&E Awards 2020. Bartalucci (Publicis): "Formula eccellente, che ha permesso di raccontare opinioni e giudicare progetti in completa sinergia. Sui contenuti si giocherà la sfida del branded content"

In occasione delle Digital Live Presentation del premio di ADC Group, l'Associate Creative Director dell'agenzia ha ritenuto il format digitale molto efficace, perchè ha consentito partecipazione e interazione.

Paolo Bartalucci (in foto), Associate Creative Director di Publicis, è stato protagonista lo scorso 18 maggio delle Digital Live Presentations, il nuovo format all digital dei BC&E Awards, presentando alla giuria il progetto Borghi Ritrovati per Leroy Merlin.

Ecco il suo commento sulla nuova formula dell'evento e sui trend emersi dalle campagne in gara.

 

Qual è il tuo parere, in termini di efficacia e coinvolgimento, circa nuovo format 'all digital' delle Live Presentation lanciato quest'anno da ADC Group? 

Un format eccellente che ha permesso a tutti di raccontare e giudicare in completa sinergia opinioni e lavori. Il fatto poi di avere un ambiente più raccolto e digitale ha dato vita a una maggiore partecipazione e a una buonissima qualità e quantità di interazioni.

 

Quali sono, secondo lei, nuove frontiere e tendenze in termini di branded content & entertainment? 

Partiamo dal presupposto che per le persone è ormai più rilevante, anzi importante, avere a che fare con un brand che non li costringe a comprare qualcosa, ma che invece, il miglior approccio al consumatore è raccontarsi, un po’ come si fa con una qualsiasi persona quando la conosciamo. Considerando questo scenario, è chiaro che i contenuti saranno il nuovo campo dove si combatterà la sfida. Per farlo al meglio dovremo raccontare storie di vera vicinanza, con contenuti editoriali popolari ma non pop, lavorare sui social media diversificando ogni contenuto senza perdere consistency, programmare progetti editoriali native, costruire storie che creino fedeltà evitando di comunicare in maniera sempre diversa e schizofrenica. D’altronde se il successo e la durata delle grandi serie TV è legato a questo, perché non dovrebbe farlo un brand? Credo quindi che più che mode e tendenze sarà importante perfezionare e rendere attuale quello che già si fa, dando non solo un’occhiata al marketing ma anche all’entertainment in genere. Dovremo lavorare ancora meglio sulla brand equity, cercando di dare impulso alla intention to buy , con una strategia complessiva di brand consideration che tenga conto del vero purpose di ogni marca. Perché piacere ed emozione, come in una relazione, devono andare sempre di pari passo. 

 

Come è possibile rendere il branded content & entertainment una leva ancora più efficace? 

Coinvolgendo ed emozionando i consumatori attraverso uno storytelling tailor made, integrando sempre meglio i brand all’interno della struttura narrativa. Solo se sviluppo narrativo e placement si intrecciano perfettamente ogni tessera del mosaico va al posto giusto.

Una buona strategia di branded content and entertainment deve mirare a costruire un’identità di marca attraverso il prodotto mediale, aumentando il sentiment in maniera costante, strutturando la comunicazione non nell’immediato ma in un medio-lungo periodo. Per far questo bisogna valutare bene la scelta del broadcaster o degli altri touch point, utilizzando strumenti narrativi efficaci per trasmettere in modo preciso, grazie a uno storytelling coerente, i valori del brand. Solo così, con una creatività ben strutturata, si possono risolvere problemi di awareness o di positioning o dare impulsi al mercato. Che poi è quello che chiedono i clienti.

Senza mai dimenticarsi che alle persone piace l’autenticità, o almeno qualcosa che sembra credibile, aderente alla propria realtà.