
Interviste
Gitto (ADCI): “Da Cannes un bilancio positivo per l’ottima performance dell’Italia, le agenzie italiane non partecipano tutte con lo stesso schema”
Si è da poco concluso il Festival di Cannes che ha visto l'Italia brillare con ben 32 leoni, dei quali 24 vinti da Publicis e i restanti da Ogilvy (3),VMLY&R (2), Havas, Acne e DDB. Abbiamo chiesto a Vicky Gitto, che per gli ultimi due mandati (sei anni) ha guidato con grande successo l'ADCI, rappresentante italiano della kermesse con ben 11 giurati presenti quest'anno, un commento su questo Festival della ripartenza, tornato live dopo lo stop degli ultimi due anni a causa della pandemia, tra ritrovati slanci e nuovi trend.
“E' stata una bellissima edizione del Festival, caratterizzata da grande partecipazione e dall'energia unica legata al ritorno all'esperienza live e al networking con i colleghi internazionali” esordisce Gitto.
A ribadire l'importanza della kermesse anche il numero di iscrizioni complessive che questa edizione del Festival ha registrato, sia in senso assoluto che da parte del nostro Paese, segnando quasi un pareggio con gli anni precedenti sottolinea il founder di GittoBattaglia_22.
Veniamo al risultato dell'Italia a Cannes 2022. “La performance italiana è stata ottima, innanzitutto perché molte delle agenzie che hanno partecipato sono state premiate – osserva Gitto –. Indipendentemente dall'enorme valore di tutti i nostri progetti ammessi, è evidente lo score molto elevato ottenuto da Publicis che tuttavia segue una strategia diversa dalle altre agenzie italiane”.
“Publicis Italia si è meritatamente guadagnata il ruolo di headquarter internazionale su alcuni clienti e quindi opera come volano di brief per diverse sedi del network nel mondo e come collettore di progetti che vengono sviluppati da team diversificati in Italia e nelle altre sedi internazionali del Gruppo. C’è un evidente disegno di concentrare la maggior parte di risorse sulla scalata di una singola agenzia nei ranking internazionali con energie, risorse e budget che non sono neanche paragonabili a nessun altra realtà italiana. Per contro le altre imprese creative dell'industry tricolore, partecipano a Cannes con il meglio della propria produzione locale e con le proprie vittorie contribuiscono al risultato generale del proprio network che raccogliendo punti da più sedi nel mondo, in alcuni casi si piazza più in alto nei ranking globali. Un’evidenza oggettiva che descrive partite e strategie molto diverse che non consentono di effettuare paragoni tra le performance di Publicis al Festival di Cannes e quelle delle altre agenzie italiane partecipanti”.
Aldilà degli score, riflette Vicky Gitto, le campagne premiate mostrano tutte un grande livello qualitativo, volendo segnalare alcune evidenze il GP film “Super. Human.” realizzato da 4creative per il canale inglese Channel 4, ad esempio, sottolinea Gitto, “Segna il passaggio dalla celebrazione del super hero a quella dell'umanità nella vita di tutti i giorni, ma in generale tra i GP assegnati ricorrono spesso temi già noti legati a inclusività, diversity e purpose”.
Un elemento interessante di ‘discontinuità’ rispetto al passato, osserva l'imprenditore e creativo, è il ruolo crescente della creatività nelle scelte aziendali di molti brand, vere e proprie case history di business che i creativi hanno saputo raccontare al meglio con uno storytelling di valore.
Brilla a Cannes il Grand Prix in Creative Business Transformation assegnato a “Piñatex” per Dole Sunshine Company nel quale, spiega Gitto “Un problema ambientale nel processo produttivo è stato convertito in una risorsa di business per l'azienda, aprendo un nuovo canale produttivo. Un progetto straordinario, di grande innovazione e pensiero, che utilizza l’innovazione per trasformare creativamente un problema aziendale in opportunità. Insomma, tecnologia, creatività e business si affermano come asset paralleli che vanno oltre il progetto di comunicazione stesso, generando nuove inedite opportunità per le aziende... e non solo”.
Infine, passando in rassegna alcune delle più importanti campagne in gara in questa edizione del Festival, il noto professionista commenta: “In molti storytelling ricorrono tanti clichè che, com'è noto tra i creativi, in comunicazione funzionano, ma non sono sinonimo di novità. Per citarne alcuni ... ’the first ever’ ... ‘turning this into that...’: la vera sfida credo non stia nell'applicarli in modo puntuale ma nel riscrivere le regole innovando”.
A proposito di innovazione, il founder di GittoBattaglia_22 che si distingue sul mercato per capacità di stupire e per il crafting dei propri progetti cita Droga5, oggi parte di Accenture Song, come un emblema di chi “Ogni anno riscrive un tassello delle regole di questo lavoro”. Un esempio? La campagna “Less talk, more Bitcoin” per il lancio di Coinbase durante il Superbowl che si è aggiudicata tra gli altri un GP in Direct che con una produzione di poche decine di dollari ha cambiato le regole del più grande evento mediatico del mondo.
Elena Colombo