Interviste
Loguercio (Sems): ‘Un nuovo logo per rafforzarci all’estero’
Sems ha scelto la vetrina del Search Engine
Strategies, l'evento dedicato ai
motori di ricerca, di cui è sponsor, per presentare il nuovo logo con cui da
oggi si presenta sulla scena internazionale, e nello stesso tempo festeggiare il
traguardo dei primi cinque anni. Advexpress ha incontrato per l'occasione
Marco Loguercio (nella foto),
fondatore e amministratore della società specializzata nello sviluppo di
soluzioni di search engine marketing.
In occasione dei vostri primi 5 anni, avete annunciato oggi una nuova identità visiva: può parlarcene?
Il nostro nuovo logo rappresenta due frecce che si incontrano: una metafora dei motori di ricerca come punto di incontro tra la domanda, quindi tra gli utenti che hanno una determinata esigenza, e le aziende o i fornitori di informazioni che possono soddisfarla. Nostro compito infatti è fare sì che non solo gli utenti trovino le informazioni più interessanti, ma che queste siano decisive nell'orientare il loro processo di scelta, convertendoli in clienti. La decisione di adottare il nuovo logo è legata al processo di espansione internazionale, che abbiamo avviato già dallo scorso autunno, con l'apertura a settembre della sede operativa di Parigi, seguita il mese successivo da Londra, quindi da New York. A settembre ci prepariamo ad aprire a Madrid, ed entro l'anno a Lisbona, dove FullSix è già presente con una propria offerta di search advertising. Il logo usato fino a oggi non rispondeva bene a questa nuova dimensione internazionale, soprattutto per via del payoff in lingua italiana, "Il mestiere dei motori", difficile da adattare negli altri paesi, e che nella versione attuale diventa 'Search Marketing Strategies', di fatto il significato dell'acronimo di Sems.
Come è evoluta l'azienda in questi anni, e dove punta ora?
Se ripenso a quando siamo partiti, nel 2002,,
in un periodo in cui molte aziende della web economy erano sul punto di
chiudere, non posso che essere felice di
come sono andate le cose. Abbiamo dimostrato che il nostro non è stato un
azzardo, perché avevamo individuato la giusta nicchia di mercato, aprendo la prima
agenzia italiana dedicata unicamente ai motori di ricerca. Da un periodo iniziale
in cui abbiamo lavorato come fornitori per conto dei principali centri media,
abbiamo presto visto arrivare i primi grandi clienti diretti, sempicemente grazie
al passaparola fra loro. Ora il nostro obiettivo è integrare le attività
di search marketing nell'attività media e marketing, online e offline,
dei clienti, con riferimento sia a quelli di FullSix sia a quelli che lavorano
con altre centrali. Il cliente che fa advertising televisivo finisce per stimolare
la domanda di quanti vanno in seguito sul motore di ricerca per saperne di
più. A noi, poi, spetta far sì che qui si convertano in contatti utili. Per
il futuro continueremo inoltre a puntare molto sulla formazione interna
del personale. Operando in un settore in cui gli specialisti non si preparano
nelle Università o nelle scuole, abbiamo dato vita a un'Academy per promuovere la
formazione e l'aggiornamento costanti, anche attraverso la partecipazione a eventi come
Search Engine Strategies.
È trascorso circa un anno dall'acquisizione da parte di FullSix: qual è il valore aggiunto portato dall'ingresso in questo gruppo?
Senz'altro ha favorito il processo di espansione internazionale. Da soli, infatti, non ci sentivamo in grado di affrontare un progetto così ambizioso, per quanto i nostri maggiori clienti manifestassero la chiara esigenza di operare anche all'estero. FullSix aveva già una forte presenza in altri paesi, e in questo si è rivelato il partner ideale. Anche grazie all'ingresso nel gruppo, oggi possiamo mettere a disposizione dei clienti specialisti madelingua che conoscono bene il mercato locale.
Quali tipologie di clienti sono più interessate alla vostra offerta?
Si tratta soprattutto di società business to consumer, in particolare quelle che riescono a tracciare le azioni che gli utenti compiono in Internet: penso ad esmepio alle case automobilistiche, o a banche e assicurazioni, che consentono di effettuare operazioni online, o a siti di e-commerce: tutte realtà che, potendo appunto tracciare le azioni degli utenti, e vedere con precisione quanti contatti utili e clienti sono riusciti a ottenere, riescono a investire nel search con maggiore sicurezza. Il difficile, in realtà, è capire quale influenza ha esercitato l'offline nel generare questi contatti.
In che senso?
In passato, ci siamo resi conto che l'avvio di una campagna televisiva portava a un incremento delle azioni compiute dagli utenti sui motori di ricerca. Per questo raccomandiamo ai nostri clienti di non ridurre il budget destinato alla tv dirottandolo sul search: se non si rafforza il brand con i media tradizionali, il search non cresce. Tutti gli strumenti del media mix sono funzionali all'obiettivo finale di acquisire clienti e contatti. Però noi stiamo lavorando alla ricerca di modelli econometrici che ci consentano di capire quanto abbiano contribuito al risultato finale mezzi classici come la tv o la radio. Solo questo, infatti, ci permetterà di dimostrare l'esatto valore del search, e ottenere la chiave di volta per conquistare quei clienti che oggi ancora preferiscono puntare solo sull'offline.
Sta per chiudersi il primo semestre dell'anno: come sta andando, e cosa vi aspettate per il 2007?
Pur non potendo fornire cifre (perché apparteniamo a un gruppo quotato), posso dire che abbiamo già raggiunto gli obiettivi semestrali con oltre un mese di anticipo, e stiamo per raggiungere il fatturato 2006. Ritengo quindi che per il 2007 potremo andare oltre le nostre più rosee previsioni.
Claudia Albertoni