Interviste
NC-Nuova Comunicazione. Ideal Comunicazione, contaminazione creativa
Una location con spazi aperti che favoriscono il confronto, una struttura interna senza un’unica direzione creativa, fatta di team trasversali per ogni progetto. Nell’agenzia guidata da Stefano Capraro tutto parla di condivisione e dialogo: perché sono questi gli elementi immancabili per sviluppare progetti diversi, innovativi e inaspettati. Pubblichiamo l'intervista tratta dall'inchiesta 'Italians do it better' contenuta nel numero (57) di dicembre-gennaio 2016, della rivista NC - Nuova Comunicazione.
Nell’inchiesta ‘Italians do it better’ dello scorso anno, il ceo di Ideal Comunicazione Stefano Capraro aveva posto l’accento sulla passione che tutto il suo team mette quotidianamente nel lavoro. Oggi, sceglie di far parlare proprio loro, le persone che, giorno dopo giorno, attraverso la propria professionalità e l’impegno costante ne costruiscono la reputazione. Eva Massaro, in Ideal dal 2003, ad esempio, spiega quanto l’indipendenza sia per l’agenzia sinonimo di agilità e innovazione.
“Ci sono degli aspetti del nostro lavoro che affrontati senza i vincoli di una grande struttura aprono la strada a risultati sorprendenti, innescando circoli virtuosi - racconta la copy -. Il vantaggio consiste nella facilità dei processi, nell’assenza di schemi precostituiti e nella possibilità di proporre idee all’avanguardia prima che si consolidino nell’uso comune”. Questo aspetto si collega perfettamente con l’italianità dell’agenzia, in un’interconnessione quasi naturale. “Ciò si riverbera nelle idee che elaboriamo e nelle ispirazioni dalle quali ci facciamo influenzare, che si traducono in reinterpretazioni quasi artigianali - continua Eva Massaro -. Laddove con questo termine intendo la cura del dettaglio, la passione per il particolare, ma ancor di più, uno stile inconfondibile”.
Dietro a tutto questo c’è un team molto variegato, fatto di persone con esperienze professionali profondamente diverse: a monte, la convinzione che solo dall’osmosi fra cultura e comunicazione possa nascere qualcosa di davvero distintivo. A testimoniare questo approccio è Francesca Valente, entrata come copy nel 2014: editor e traduttrice letteraria, con una formazione in lingue straniere e arte contemporanea, è un esempio di quanto Ideal consideri fondamentale interpellare professionisti in ambiti che raramente dialogano con il mondo della pubblicità.
“Sono il creativo inaspettato - commenta -. Quest’agenzia, che non si definisce tradizionale, vede nel ritorno alle qualità fondanti degli anni della rivoluzione creativa in pubblicità il modo ideale di fare comunicazione e cultura: allora gli art director erano pittori, conoscevano la storia dell’arte, e i copywriter erano scrittori, lettori e letterati. È di quel modo di creare che dovremmo riappropriarci, e credo che Ideal stia andando in questa direzione: curiosare sempre in ambienti culturali molto diversi tra loro, individuare le competenze più adatte a ogni progetto, dare loro valore e occasione di dialogo, perché la loro collaborazione crei soluzioni inattese, complete, utili”.
In quest’ottica, diventa importante avere una struttura in cui una costante condivisione possa essere garantita in ogni momento. In Ideal ciò è evidente innanzitutto nell’organizzazione interna.
“Siamo ormai più di 50 e restiamo orgogliosamente senza un’unica direzione creativa, organizzati in team distinti guidati ciascuno da un leader - racconta Simona Nosenzo, copy nell’agenzia dal 2013 -. Le dinamiche però sono fluide, i gruppi si riorganizzano in base a esigenze e progetti, con scambi costanti, contaminazioni, task force temporanee”.
A contribuire al continuo dialogo fra le persone sono anche gli spazi: grandi tavoli comuni, porte tassativamente sempre aperte, zone relax, muri dipinti a lavagna su cui fissare e condividere idee e progetti.
“Ci diverte pensare che ciò che le aziende americane più illuminate hanno introdotto come una rivoluzione, con abbattimenti di muri e creazione di spazi informali in ‘stile Google’, sia nel nostro Dna da sempre - continua Simona Nosenzo -. In più, non dimentichiamo mai di festeggiare i successi raggiunti, brindando a chi li ha costruiti e a chi in ogni caso c’era e ha fatto da supporter agli altri”.
Fra i progetti sviluppati nel 2015 vi è ‘Mercure Travelteller - Storie di viaggio. Storie di vita’, l’ultima attività realizzata per il brand del gruppo AccorHotels Italia, con cui l’agenzia collabora da tempo. Si tratta di un tour in giro per l’Italia per raccogliere i ricordi dei viaggiatori, che alla parte field e di guerrilla ha affiancato la comunicazione sulla pagina Facebook del brand, gestita da Ideal da oltre un anno.
“Un progetto ambizioso da diversi punti di vista - spiega Irene Fornerone, copywriter, in Ideal dal 2010 -. Primo fra tutti il fatto che fosse una scommessa che il cliente ha voluto affrontare con noi al suo fianco, riconoscendoci oltre al ruolo di creativi anche quello di consulenti strategici: il brand ha deciso di cambiare rotta rispetto a quanto fatto negli ultimi anni, preferendo a una campagna istituzionale una strategia di comunicazione alternativa che lavorasse sulla brand awareness per incontrare di persona gli italiani
che purtroppo conoscono ancora poco gli hotel Mercure”.
Il tour si è concluso il 22 dicembre, ma Ideal guarda già al 2016, quando partirà la seconda fase del progetto, ancora più social e unconventional.
Ilaria Myr
“Ci sono degli aspetti del nostro lavoro che affrontati senza i vincoli di una grande struttura aprono la strada a risultati sorprendenti, innescando circoli virtuosi - racconta la copy -. Il vantaggio consiste nella facilità dei processi, nell’assenza di schemi precostituiti e nella possibilità di proporre idee all’avanguardia prima che si consolidino nell’uso comune”. Questo aspetto si collega perfettamente con l’italianità dell’agenzia, in un’interconnessione quasi naturale. “Ciò si riverbera nelle idee che elaboriamo e nelle ispirazioni dalle quali ci facciamo influenzare, che si traducono in reinterpretazioni quasi artigianali - continua Eva Massaro -. Laddove con questo termine intendo la cura del dettaglio, la passione per il particolare, ma ancor di più, uno stile inconfondibile”.
Dietro a tutto questo c’è un team molto variegato, fatto di persone con esperienze professionali profondamente diverse: a monte, la convinzione che solo dall’osmosi fra cultura e comunicazione possa nascere qualcosa di davvero distintivo. A testimoniare questo approccio è Francesca Valente, entrata come copy nel 2014: editor e traduttrice letteraria, con una formazione in lingue straniere e arte contemporanea, è un esempio di quanto Ideal consideri fondamentale interpellare professionisti in ambiti che raramente dialogano con il mondo della pubblicità.
“Sono il creativo inaspettato - commenta -. Quest’agenzia, che non si definisce tradizionale, vede nel ritorno alle qualità fondanti degli anni della rivoluzione creativa in pubblicità il modo ideale di fare comunicazione e cultura: allora gli art director erano pittori, conoscevano la storia dell’arte, e i copywriter erano scrittori, lettori e letterati. È di quel modo di creare che dovremmo riappropriarci, e credo che Ideal stia andando in questa direzione: curiosare sempre in ambienti culturali molto diversi tra loro, individuare le competenze più adatte a ogni progetto, dare loro valore e occasione di dialogo, perché la loro collaborazione crei soluzioni inattese, complete, utili”.
In quest’ottica, diventa importante avere una struttura in cui una costante condivisione possa essere garantita in ogni momento. In Ideal ciò è evidente innanzitutto nell’organizzazione interna.
“Siamo ormai più di 50 e restiamo orgogliosamente senza un’unica direzione creativa, organizzati in team distinti guidati ciascuno da un leader - racconta Simona Nosenzo, copy nell’agenzia dal 2013 -. Le dinamiche però sono fluide, i gruppi si riorganizzano in base a esigenze e progetti, con scambi costanti, contaminazioni, task force temporanee”.
A contribuire al continuo dialogo fra le persone sono anche gli spazi: grandi tavoli comuni, porte tassativamente sempre aperte, zone relax, muri dipinti a lavagna su cui fissare e condividere idee e progetti.
“Ci diverte pensare che ciò che le aziende americane più illuminate hanno introdotto come una rivoluzione, con abbattimenti di muri e creazione di spazi informali in ‘stile Google’, sia nel nostro Dna da sempre - continua Simona Nosenzo -. In più, non dimentichiamo mai di festeggiare i successi raggiunti, brindando a chi li ha costruiti e a chi in ogni caso c’era e ha fatto da supporter agli altri”.
Fra i progetti sviluppati nel 2015 vi è ‘Mercure Travelteller - Storie di viaggio. Storie di vita’, l’ultima attività realizzata per il brand del gruppo AccorHotels Italia, con cui l’agenzia collabora da tempo. Si tratta di un tour in giro per l’Italia per raccogliere i ricordi dei viaggiatori, che alla parte field e di guerrilla ha affiancato la comunicazione sulla pagina Facebook del brand, gestita da Ideal da oltre un anno.
“Un progetto ambizioso da diversi punti di vista - spiega Irene Fornerone, copywriter, in Ideal dal 2010 -. Primo fra tutti il fatto che fosse una scommessa che il cliente ha voluto affrontare con noi al suo fianco, riconoscendoci oltre al ruolo di creativi anche quello di consulenti strategici: il brand ha deciso di cambiare rotta rispetto a quanto fatto negli ultimi anni, preferendo a una campagna istituzionale una strategia di comunicazione alternativa che lavorasse sulla brand awareness per incontrare di persona gli italiani
che purtroppo conoscono ancora poco gli hotel Mercure”.
Il tour si è concluso il 22 dicembre, ma Ideal guarda già al 2016, quando partirà la seconda fase del progetto, ancora più social e unconventional.
Ilaria Myr