Interviste

NC - Nuova Comunicazione. L’indipendenza? linfa vitale dell’industria creativa

Pubblichiamo l'intervista a Paul Squirrell, direttore thenetworkone, tratta dall'inchiesta 'Italians do it better' contenuta nel  numero 57 di dicembre-gennaio 2016, della rivista di ADC Group. Con più di 800 strutture associate - 15 delle quali italiane - thenetworkone è la più grande rete di agenzie indipendenti a livello globale. ai propri membri offre opportunità di networking con realtà di oltre 106 paesi al mondo, oltre che occasioni di apprendimento. Alla base, la convinzione che le agenzie indipendenti rappresentino il nutrimento essenziale del comparto
 
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Un ‘network-on-demand’ per agenzie indipendenti di tutte le discipline della comunicazione: è quanto offre thenetworkone, che, con più di 800 strutture associate, è il più grande network di agenzie indipendenti al mondo. Fondato nel 2003 da Julian Boulding e basato a Londra, aiuta le agenzie a trovare partner con cui operare in oltre 106 Paesi. Inoltre, offre numerose opportunità di apprendimento e di condivisione delle conoscenze tramite workshop, pubblicazioni interne ed eventi di networking.

Last but not least, lavora anche direttamente con clienti di marketing e brand per i quali identifica l’agenzia più appropriata alle loro esigenze.

Pubblichiamo l'intervista a Paul Squirrell (in foto), direttore thenetworkone, tratta dal numero 57 di dicembre-gennaio 2016, di NC - Nuova Comunicazione.

Cosa significa oggi essere un’agenzia di comunicazione indipendente? Quali sono le sfide principali?
Le agenzie indipendenti sono la linfa vitale dell’industria creativa. Molte delle agenzie più famose al mondo sono ancora oggi indipendenti, come emerge dalla nostra pubblicazione periodica ‘The World’s Leading Independent Agencies’. Non incatenate da ingombranti strutture organizzative e molte politiche corporate, sono libere di sperimentare ed esplorare nuovi modi di lavorare e aree di creatività. Data l’ampia varietà di Adtech e di canali di comunicazione a disposizione, quello attuale è un grande momento per essere un’agenzia creativa indipendente, se si è coraggiosi e aperti a nuove idee. Lo svantaggio di questa ‘libertà’ sta nella mancanza di sicurezza del business e di stabilità che un’agenzia di un grande gruppo può offrire, soprattutto nei periodi di crisi. Per le agenzie indipendenti non basta più distinguersi con una creatività superiore: esse devono anche essere aziende gestite rigorosamente. Come in ogni settore, le sfide sono molte, di cui le principali a mio avviso sono:

Stare al passo con i tempi. L’agenzia che non è aggiornata sulle novità più recenti rimane indietro, mentre ci sono molte innovazioni che le agenzie dovrebbero esplorare per i propri clienti.

Integrazione. Qualche anno fa si aveva l’unione di Pr, digital e social, mentre oggi si assiste all’integrazione di media, creatività e programmatic.

Termini del contratto. Sempre di più sento di clienti che estendono i tempi di pagamento delle agenzie, addirittura anche a un anno! L’impatto di questo trend sul cash flow di una piccola agenzia è enorme e a volte sarebbe più prudente dire di no a un cliente.

Gare. Molte agenzie dovrebbero essere più attente ai tranelli di alcune di queste.
In particolare dovrebbero:

1. essere più selettive, partecipando solo a gare che hanno buone possibilità di vincere;

2. capire le regole e il prezzo in palio, e quanto tempo ci vorrà per recuperare i costi della gara;

3. capire le probabilità di vittoria: gare con più di quattro partecipanti significa 1.4 di possibilità di successo;

4. valutare se all’agenzia piacerà lavorare su questo business: nel caso negativo, non sarà un buon incarico;

5. essere sicure di avere un contratto solido prima di iniziare a lavorare. Dare un’attenzione specifica allo scopo del lavoro e ai termini di pagamento;

6. sapere accettare il fallimento. È difficile da fare, ma le organizzazioni di successo permettono ai propri dipendenti di commettere errori nello sviluppo di nuove idee. Sbagliare in una fase iniziale spesso porta a migliori risultati in una successiva.

Quante sono le agenzie italiane sono in thenetworkone? Quali sono i loro bisogni maggiori?
Attualmente lavoriamo con 15 agenzie italiane, tutte molto diverse fra loro, con bisogni differenti a seconda della struttura, di dove si trovano, dei clienti e della disciplina in cui sono specializzate. Se però negli ultimi anni il mercato italiano ha sofferto non poco, in una recente visita a Milano in ottobre ho avuto la netta sensazione che le cose stiano migliorando e che ci sia nell’aria una buona dose di ottimismo riguardo al futuro. Sicuramente questo è dovuto in parte agli effetti della bellissima Expo, ma penso che ci sia molto di più. Le agenzie italiane indipendenti - almeno quelle con cui lavoriamo - sono molto occupate con brand italiani che esportano all’estero. Stando così le cose, una buona dose di quello che abbiamo fatto negli ultimi tempi è trovare partner adeguati per le agenzie italiane sui mercati di esportazione che possono adattarsi al lavoro per un pubblico non italiano. Mentre la creatività italiana è generalmente buona, spesso il concetto di italianità non funziona all’estero così bene. La gente ha spesso una percezione di che cosa sia il made in Italy basata su pregiudizi che ricavano dai media e non necessariamente su quello che un brand vuole comunicare di sé. La sfida di thenetworkone è trovare agenzie partner che capiscano questo aspetto, il prodotto e il settore così come il mercato locale in cui lavorano.  

Ilaria Myr