Off the records

Nel toto candidato per McCann spicca il nome di Massimo Costa

Dopo le nuove nomine annunciate in casa McCann Erickson, e anticipate da ADVexpress, si ipotizzano già i nomi di chi, in un futuro più o meno prossimo, potrebbe prendere in mano le redini dell'agenzia. Da Lindner a Brenna, da Lorenzini al presidente e ceo Y&R, al momento il candidato più papabile, le ipotesi al vaglio più suggestive.
La notizia anticipata da ADVexpress venerdì scorso ha suscitato un grandissimo interesse nel settore, scatenando nel mercato delle agenzie una ridda di ipotesi, più o meno realistiche, e più o meno fantasiose. Se la strada non sarà quella di una soluzione interna all’agenzia, diventa un esercizio interessante capire chi potrebbe essere coinvolto nel nuovo corso della McCann.

A questo proposito è necessario tenere presenti le dichiarazioni ad ADVexpress rilasciate da Giuseppe Usuelli (nella foto), amministratore delegato di McCann Erickson Italia e CEO di McCann Worldgroup Italia, in merito alla fisionomia che sta assumendo la McCann nel nostro Paese. L’agenzia, afferma, si sta trasformando da agenzia globale ad agenzia che realizza il 60% del proprio fatturato da clienti locali. Una tendenza, sottolinea il manager, destinata a rafforzarsi nel futuro (vedi notizia correlata). In poche parole, chi prenderà in mano l’agenzia dovrà fare valere la capacità di attrarre business a livello locale, pur mantenendo una visione internazionale del business.

Partiamo, dunque, da alcune ipotesi. In ottobre si era parlato di un possibile coinvolgimento di Luca Lindner (nella foto), 50 anni, già regional director McCann Sud America e, da ottobre appunto, anche responsabile dell'area Middle East e Africa. Come noto il manager italiano vanta una lunga carriera ed è un grande uomo di relazioni pubbliche, fin da quando era un attivista del partito repubblicano, simpatie che poi si sarebbero spostate verso il Psi. Ha lavorato in TBWA e da imprenditore ha fondato, insieme a Pietro Maestri, la Transatlantic ceduta poi a Wpp e confluita in Conquest, diventata Red Cell all’inizio del 2001. Proprio grazie alle sue relazioni, il suo colpo migliore lo ha messo a segno con Alfa Romeo Worldwide. Con l’avvio del network Red Cell, di cui è stato presidente in Europa, la sua carriera diventa internazionale. Dal 2002 diventa presidente e CEO Europa, Middle East e Africa (EMEA) per D’Arcy e di lì a poco, in virtù della fusione, vice chairman Leo Burnett Emea. Nel 2004 l’approdo in McCann.

La sua nomina a responsabile Middle East e Africa è stata intesa dai più come una manovra di avvicinamento alle coste italiche. Chi lo conosce bene è pronto a scommettere, però, che Lindner non sarebbe disposto a lasciare il suo nuovo quartier generale di Miami, da dove opera col nuovo incarico, per dedicarsi al difficile mercato italiano da cui è assente ormai da tempo. Le vie della Provvidenza però, si sa, sono infinite.

Un nome che potrebbe sembrare plausibile è quello di Riccardo Lorenzini (nella foto), altro cinquantenne, altro 'enfant prodige' nato alla corte di Emanuele Pirella (come Massimo Costa di cui parleremo tra breve). In 'tenerà età', poco più che trentenne la sua rinascita a una nuova vita imprenditoriale con il lancio e il successo della D'Adda, Lorenzini Vigorelli, poi ceduta a Omnicom e diventata D'ALV/BBDO. Senza alcun dubbio si è trattato dell'ultimo caso di successo di un'agenzia indipendente, creata dal talento di tre validissimi professionisti e venduta allo 'straniero' a peso d'oro. Il successo della sigla colpita dalla sciagurata malattia di Maurizio D'Adda, grande persuasore di clienti, è sotto gli occhi di tutti. Dopo un'anticipata e dorata pensione, da qualche tempo Lorenzini dà segnali di vitalità. Chi lo conosce bene dice che non gli dispiacerebbe affatto tornare nel giro, a patto di trovare qualcosa da fare di veramente interessante. Si era fatto il suo nome anche nel toto Publicis, la cui guida come noto è andata a Daniele Tranchini. Ci chidiamo, quanto peserà il dna imprenditoriale di Lorenzini nella valutazione di un eventuale proposta da parte di McCann/Interpublic? Lo scopriremo solo vivendo, direbbe Lucio Battisti.

Sempre rimanendo sul terreno delle ipotesi la ‘vox populi’ tira in ballo, inevitabilmente, la coppia più in vista e sulla cresta dell’onda del momento. Ovviamente, ci riferiamo a Giorgio Brenna (nella foto) e Massimo Costa. Come noto, il Chairman and Chief Executive Officer Leo Burnett Group Italia, classe 1963, di solida estrazione finanziaria, ha sempre di mostrato di sapere gestire le agenzie delle quali si è preso carico. Inizia con Ogilvy, di cui nel '92 è stato direttore finanziario per poi, grazie a meriti conquistati sul campo, diventare managing director e poi Ceo ed Head of the Country. A causa dell'insanabile conflitto con Marco Benatti, ai tempi country manager di Wpp, lascia l'agenzia per prendersi carico della Leo Burnet del post Fronzoni. Anche in questo caso, grazie alle sue capacità manageriali, Giorgio Brenna ha portato valore e clienti all'agenzia. Sotto la sua gestione Leo Burnett vince nel 2006 il leone d'oro a Cannes con Ariston Aqualtis. In termini di business, ha portato a casa Fiat, Alfa Romeo, Chrysler Europa, ecc. In cinque anni, sotto la sua guida, l'agenza ha fatto registrare una crescita stimata intorno al 70%. Per questi motivi gli sono ben cuciti addosso I galloni di Chairman and Chief Executive Officer Leo Burnett Group Italia, e chairman and Ceo Continental Western Europe. C'è da scommettere che il gruppo Publicis vorrà tenerselo ben stretto.

Come ben stretto, se non vuole che prenda il volo, il Gruppo Wpp dovrà tenersi il suo 'golden boy' Massimo Costa (nella foto). Come noto, di recente ha rinunciato al ruolo internazionale di presidente e ad Emea di Young & Rubicam Brands, per focalizzarsi sul business italiano dell'agenzia, dove è in predicato di assumere la onerosa carica di country manager di Wpp. Come noto, Costa ha trascorso un lungo periodo della sua carriera professionale in Interpublic, soprattutto ai tempi della Lowe dove portò a termine con successo la pur travagliata fusione con Lintas. In Young & Rubicam ha avuto modo di fare apprezzare le sue qualità di manager completo.

Forte carisma, capacità di scegliere le persone 'giuste', team buider e, soprattutto, grande capacità di attrarre business, le sue caratteristiche più rilevanti. Con lui la Young & Rubicam ha compiuto un salto straordinario di qualità e quantità. Tra i clienti che lo hanno seguito da un'agenzia all'altra nella quale ha lavorato spiccano nomi del calibro di Pirelli, Telecom, Espresso-Repubblica, Coop e Barilla. In termini di leoni vinti a Cannes sotto la sua gestione si annoverano, tra Pirella e Y&R, le perfomance ottenute con Telecom Gandhi, Pirelli Carl Lewis, Superga, Volvo e AXE, Excite, e Artemide. A livello internazionale suoi i successi di business con Telefonica ed Erst Bank. Insomma, un manager a tutto tondo, con forti radici sul business locale e internazionale. Inoltre, è uomo che nasce dentro Interpublic, ne conosce il modus operandi e le persone. Per fare un solo esempio, oggi, in IPG, lavora una sua vecchia conoscenza, Stephan Hinpe, CFO McCann Worldgroup in Europa e, prima del suo recente arrivo in Mc Cann, CFO di Y&R Emea. In Wpp hanno avuto modo di conoscersi e lavorare insieme. E c'è chi è pronto a scommettere che Hinpe stia lavorando sodo per portare Costa in McCann dove, per altro, potrebbe tornare ad assumere anche un ruolo internazionale. Sarà disposto Martin Sorrell a lasciarsi sfuggire quello che da più parti viene considerato la 'gallina dalle uova d'oro'? Staremo a vedere. Come spesso accade potrebbe essere soltanto una questione di prezzo.
 
Salvatore Sagone