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Tradelab chiude il 2018 a +70%. Investimenti tecnologici per offrire consulenza tailor made ai clienti che chiedono efficienza e business intelligence per chi porta inhouse la gestione dell'ad buying
Tradelab continua a crescere in Italia e chiude l’anno a +70% rispetto al 2017. Una crescita supportata da un team di esperti programmatic pure player (300 in totale distribuiti in 5 uffici internazionali), sempre a fianco dei propri clienti, e rafforzata da
36 riconoscimenti per le tecnologie innovative, come il primo premio agli NC Digital Programmatic Awards 2018” per la campagna “Rainbow Six Siége” di Ubisoft proprio sul nostro mercato e dai crescenti incarichi trai quali, di recente, la gestione delle campagne in programmatic di Valtellina Turismo.
Come spiega ad ADVexpress il country manager Gaetano Polignano (nella foto), i marketer sono ormai consapevoli delle performance che possono raggiungere grazie al programmatic e del valore dei loro dati e si aspettano oggi soluzioni dedicate applicabili alla propria industry. "Il nostro ruolo è quello di fornire ai brand strumenti sempre al passo con le evoluzioni del mercato che permettano ai marchi di fare la differenza grazie a soluzioni progettate su misura. La nostra società offre una consulenza dedicata ai clienti che li supporta nel raggiungere la miglior efficienza sui media affiancandoli con strumenti di business intelligence".
"Tutte le nostre soluzioni sono costruite in-house dai nostri esperti. Da noi, infatti, oltre il 50% delle risorse è dedicato alla ricerca & sviluppo delle soluzioni" aggiunge il manager.
Per Tradelab la componente consulenziale è un elemento essenziale che accompagna l’utente durante tutto il periodo della campagna: dalla pianificazione della strategia, al deployment, all’analisi delle performance per arrivare alla raccolta di insight per le campagne future dei clienti. Ogni settore, tuttavia, ha delle esigenze diverse: penso ad esempio a gaming, fashion e food così diversi tra loro e con specificità e complessità proprie che ci hanno portati a creare dei team verticali di esperti dedicati.
Anche la personalizzazione è sicuramente un tema chiave per l’industry del digital advertising e Tradelab cavalca questo aspetto con forti investimenti in RD per offrire ai brand una conoscenza migliore della loro audience e della customer journey degli utenti.
"Il nostro obiettivo, infatti, è quello di mettere in relazione il brand con il proprio interlocutore offrendo una migliore targettizzazione, influenzando il comportamento dell’utente con una reale visibilità del messaggio, e garantendo la massima trasparenza del media buying" spiega Gaetano Polignano.
"Gli inserzionisti sono consapevoli oggi della necessità di una migliore integrazione con tutti gli strumenti di Marketing. Il nostro compito è quello di accompagnare le aziende nella graduale riappropriazione del controllo dei propri strumenti per ottenere così una versione più integrata del Marketing su tutti i device, i canali e i formati".
Le aziende che acquistano in modalità automatizzata chiedono al mercato maggiore trasparenza, più controllo dei dati e accesso ad inventory di qualità. Per molti la soluzione è quella di ricorrere a modelli di gestione in house. Secondo un report IAB il 65% dei marketer che acquistano spazi in programmatic sono passati a gestire solo una parte (il 47%) o tutte le attività (il 18%) internamente.
"Una gestione interna dell’ad buying è chiaramente una soluzione che attrae i marketer che chiedono più trasparenza dal digital advertising, una riduzione dei costi e un maggiore controllo delle campagne - spiega il Country Manager di Tradelab - , ma si tratta di un'attività che richiede sia tempo che l’acquisizione di competenze tecnologiche e delle giuste risorse per gestire una full programmatic stack con tutta la complessità di dati che ne deriva. La maggior parte delle volte le aziende preferiscono internalizzare solo specifiche attività nella filiera programmatica, come ad esempio la creazione di una DMP proprietaria per la gestione dei dati, adottando un modello “ibrido” cioè gestito internamente per le funzioni più semplici, ma supportato dalla consulenza e dalla tecnologia di fornitori esterni in conformità con le Privacy Policy. Per questo la scelta del partner tech è fondamentale. Noi stiamo già accompagnando con successo i nostri clienti in questo passaggio lavorando con loro al deployment tecnologico, per aumentare l’efficacia dell’acquisto sui media, e allo stesso tempo arricchendo le loro competenze tecnologiche".