Magazine e20

Free Event: outsider innovatori dalla vision internazionale

Andrea Camporesi, ceo e direttore creativo, racconta alla rivista e20 i progetti vincitori al Bea 2024 e l'approccio dell'agenzia verso temi quali sostenibilità, nuove tecnologie e obiettivi futuri.

Nata nel 2007 come agenzia focalizzata sull’industria musicale, Free Event ha preso parte ai live e alle produzioni internazionali di alcuni dei più importanti artisti dei nostri tempi. Negli anni ha esteso la propria attività al mondo degli eventi sportivi e del corporate, che oggi è il suo core business, inserendo nel team competenze specifiche che portano originalità e visione. 

Cresciuta in fatturato, personale e numero di eventi realizzati, oggi è una società di live communication integrata che segue il cliente in ogni fase, dall’analisi strategica fino alla creatività e all’execution. “La nostra - spiega Andrea Camporesi, ceo e direttore creativo - è una storia un po’ particolare: nasciamo come outsider, come agenzia della provincia. Se all’inizio questo poteva rappresentare un deficit, con il tempo si è trasformato in un punto di forza: perché l’outsider ha una visione unica che rompe i canoni comuni; ha fame di cambiare le cose e riesce, più degli altri, a trasformare i problemi in soluzioni. Noi, nonostante la crescita degli ultimi anni, rimaniamo comunque un’agenzia indipendente, che prende le proprie decisioni in autonomia e può permettersi, come facciamo spesso, di scegliere la qualità sulla quantità. Dalla nostra abbiamo la passione dell’Emilia Romagna: una terra veloce, tenace e irriverente; e oggi che possiamo fare affidamento su due sedi estere e una rete internazionale di contatti e competenze, riusciamo a combinare il meglio dei due mondi: la freschezza e l’energia dell’approccio locale con l’esperienza e l’ampiezza di visione di una realtà globale. Perché da sempre noi “siamo quelli del sorriso e dello sguardo che brilla. Ovunque andiamo!”.

In occasione del Bea 2024, vi è stato assegnato il premio ‘Best Sustainability Commitment’, grazie al progetto ‘Open - Move. Share. Grow’ sviluppato per Bdo Italia. Che cosa significa per voi questo riconoscimento?

Ci riempie di orgoglio e soddisfazione, non solo per la visibilità che conferisce al nostro lavoro, ma anche perché rappresenta la conferma di un impegno che portiamo avanti da anni. Il risultato tangibile di un percorso continuo verso una gestione più sostenibile degli eventi, e di un processo che ha incluso il coinvolgimento di un consulente interno specializzato. 

Abbiamo intrapreso la strada e ottenuto la certificazione ISO 20121 perché la sostenibilità non fosse solo un obiettivo teorico ma un elemento integrato in ogni fase del nostro lavoro. Nello specifico, il progetto ‘Open’ realizzato con Bdo Italia è stato un esempio perfetto di come due realtà, con visioni affini, possano creare insieme qualcosa di davvero significativo. L’evento, con la sua impostazione green garantita dalla certificazione ISO 20121, la logistica via treno di oltre 1.000 ospiti e il coinvolgimento di talenti italiani impegnati nella sostenibilità, è stata un’occasione unica per promuovere messaggi importanti a un pubblico giovane e reattivo.

Sempre in relazione a questo evento, in una recente intervista avete affermato che la parola d’ordine che ben rappresenta questo progetto è ‘feeling’. Può spiegarci perché?

Il concetto di ‘feeling’ in questo caso rappresenta la sinergia che si è creata tra noi e Bdo Italia. Si tratta di una connessione profonda, fatta di una visione condivisa e di un impegno comune a raggiungere un obiettivo attraverso una collaborazione aperta, onesta e basata sulla fiducia.

Per noi, il ‘feeling’ non è solo una sensazione, ma un valore concreto: è quella spinta che ci permette di affrontare ogni progetto con passione, curiosità e attenzione ai dettagli. La nostra missione è sempre stata quella di lavorare in modo trasparente e proattivo, mettendo al centro la qualità delle relazioni e l’approccio umano.

In sinergia, e non in contrasto, con tutto ciò che le nuove tecnologie stanno portando alla ribalta. È proprio grazie a questa filosofia che riusciamo a costruire eventi che non sono solo ‘sostenibili’ dal punto di vista ambientale, ma anche relazionale. Bdo condivide appieno questo approccio, il che ha reso il progetto Open ancora più speciale e ricco di soddisfazioni.

Ci spiega meglio qual è il vostro approccio alla sostenibilità, e quello rispetto a un altro ‘hot’ topic’ come la ‘gender equality’?

Il nostro approccio alla sostenibilità negli ultimi anni è cambiato profondamente: oggi per noi non è più uno dei tanti aspetti rilevanti dell’evento, ma il vero e proprio ‘pilastro’ di ogni progetto, la base su cui tutto viene costruito. Ogni decisione che prendiamo insieme al cliente - dalla scelta dei fornitori ai materiali, dalla logistica fino alle soluzioni creative - è orientata verso un impatto ambientale ridotto. Abbiamo implementato un processo di continuo miglioramento e stiamo lavorando per ottenere altre certificazioni che possano dimostrare il nostro impegno concreto, come quella relativa alla parità di genere: abbiamo intrapreso il percorso per ottenere la certificazione, ma possiamo già dire con orgoglio che nella nostra agenzia la componente femminile è in larga maggioranza e ricopre ruoli importanti - come general manager, art e content director, project manager - inoltre sono garantiti orari flessibili e la diversità è valorizzata, in un ambiente che favorisce la crescita e la realizzazione professionale di tutti, senza discriminazioni.

E le nuove tecnologie? Quale ruolo hanno nella vostra offerta?

Le nuove tecnologie, e in particolare l’intelligenza artificiale, sono diventate strumenti essenziali per il nostro lavoro quotidiano. Le utilizziamo in vari ambiti: dall’analisi dei dati alla ricerca di soluzioni innovative, fino al design degli spazi, alla visualizzazione di moodboard e al supporto creativo per ideare esperienze sempre più coinvolgenti e interattive. L’AI ci aiuta a progettare eventi personalizzati, immersivi e sempre più interattivi: veri e propri mondi da vivere e abitare, anche solo per una parentesi di tempo.

Passiamo ai premi vinti in occasione del Bea 2024. Partiamo dal bronzo ‘Evento Public Affairs e Advocacy’ per ‘100 years of Aips’. Quali i suoi punti di forza?

Il progetto è stato un’occasione unica per celebrare il centenario dell’Associazione Internazionale della Stampa Sportiva, ma anche per valorizzare il ruolo fondamentale dei giornalisti durante l’evento sportivo più iconico, blindato e seguito al mondo: le Olimpiadi di Parigi. Il punto di forza è stato sicuramente il contesto: siamo stati ospiti dell’iconica sede Unesco nella capitale francese, trasformando coloro che nella quotidianità raccontano storie di altri nei veri protagonisti della giornata.

La cerimonia inoltre ha permesso di rafforzare i legami con le istituzioni globali e i partner strategici, grazie al coinvolgimento di figure di spicco del governo francese e alla presenza di 17 leggende del mondo dello sport. Abbiamo realizzato uno show nel luogo che rappresenta l’apice del nostro mestiere, dove le Nazioni Unite collaborano al fine di supportare istruzione, scienza, cultura e comunicazione a livello internazionale.

Altro bronzo nella categoria ‘Gestione della Complessità Organizzativa' per ‘Formula 1 Pirelli Gran Premio d’Italia 2024’ realizzato per Aci. Quali i suoi plus?

Il Gran Premio d’Italia è stato un evento ad alta complessità organizzativa, ma anche un’esperienza straordinaria per i fan, grazie a oltre 43.000 mq di attivazioni personalizzate. La sfida maggiore è stata sicuramente quella di gestire una grande varietà di temi – tecnici, logistici, di sicurezza e contenuto – in un ambiente molto vasto (oltre 1.5 milioni di mq), con un pubblico che ha superato le 335.000 presenze. Anche il Grid Show ha rappresentato una bella sfida, soprattutto in termini di produzione: due minuti di live show con artisti, musicisti, ballerini, in diretta mondiale, sulla linea di partenza e con le vetture già schierate, e la possibilità di provare solo una volta per poco più di 30 minuti. Un vero e proprio rush di adrenalina.

Chiudiamo con numeri e futuro. Quali risultati avete raggiunto nell’ultimo anno e quali prospettive per il 2025? Quali i progetti in cantiere?

Il trend di crescita degli ultimi anni, con un incremento del +35%, ha confermato non solo il valore del team, ma anche la fiducia costante che i nostri clienti ripongono in noi, in termini di fidelizzazione come di new business.

Guardando al futuro, nel 2025 e 2026 saremo impegnati su progetti di grande portata a livello internazionale, in particolare in ambiti come sport, nautica e luxury. Vogliamo far emergere i valori della nostra terra come simbolo dell’eccellenza italiana, e unirli a quelli di altre culture per creare qualcosa che superi i confini geografici. Un’integrazione che, ne siamo convinti, non solo rafforzerà il nostro brand a livello globale, ma ci permetterà anche di dare linfa a nuove forme di espressione creativa.

Marina Bellantoni