Inchieste
Benatti,adesso parlo io
Come promesso ieri su ADVexpress (vedi notizia correlata) Marco
Benatti interviene oggi con una dichiarazione in merito ai numerosi
articoli pubblicati nei giorni scorsi dagli organi di informazione italiani e
stranieri. La dichiarazione segue di poche ore il colpo messo a segno dal
manager veronese con l'annuncio dell'Opa su FullSix arrivato
nella serata di ieri (in allegato la comunicazione integrale inviata alla
Consob). Come noto l'offerta pubblica d'acquisto è stata lanciata da
Blugroup,
società controllata ala 60% da Benatti, insieme alla Mittel Generation
Investimenti, la holding bresciana azionista di Banca
Intesa
e
presieduta dal professor Giovanni Bazoli,
rispettatissimo esponente di primo piano della finanza, e già azionista diretto di Rcs
MediaGroup.
A
questo punto, grande è l'attesa delle eventuali contro mosse della holding
inglese, Wpp, detentrice del 26,2%: darà vita a una contro-Opa, manterrà le
quote attuali o le aumenterà? Sembra però escluso, come fa notare il Sole24 di
oggi, che aderirà all'offerta espressa dall'attuale comunicazione di Opa.
La
questione non è di poco conto, e si inserisce nel durissimo confronto in atto
tra Wpp e lo stesso Benatti. Il quale risponde punto per
punto ai temi della vicenda da lui ritenuti più importanti. Li elenca in
una dichiarazione diffusa nel tardo pomeriggio.
Molti argomenti erano già stati ripetuti in varie occasioni da Benatti. Tra le novità che si possono leggere nella sua dichiarazione la modalità del suo licenziamento ritenuta non valida dal manager, e il capitolo Media Club. A quest'ultimo proposito, non si evince alcuna parola sul proprio coinvolgimento nella proprietà del centro media, elemento che secondo Wpp è invece alla base del contendere. Individuando il venditore in Giorgio Maino, che all'epoca dei fatti era il presidente di Media Club, Benatti smentisce di avere avanzato la richiesta da 8 milioni di euro. E tiene infine a precisare che la trattativa è stata portata avanti direttamente da Londra nella persona di Laurence Mellman, responsabile fusioni e acquisizioni di Wpp.
Vista l'importanza e la delicatezza della vicenda riportiamo la dichiarazione nella sua integrità.
"In merito ai numerosi articoli usciti in questi giorni, in cui WPP fa
allusioni a miei comportamenti fraudolenti contro la stessa WPP, vorrei
precisare quanto segue:
Sono stato Country Manager per lo sviluppo di un
progetto WPP Italia finalizzato a passare da uno stato di conglomerata ad un
gruppo affiatato e coeso nella comunicazione dal febbraio 2002 al 9 gennaio
2006. L'Italia era diventata il paese "pilota" ed il benchmark di una
sperimentazione riorganizzativa, tanto che i nuovi country managers venivano
invitati da Sir Sorrell a prendere l'Italia come riferimento.
Vero è che il 9 gennaio mi è stata presentata una
lettera di "termination" del mio rapporto di consulenza con WPP non
valida, perché firmata dal solo Consigliere Paul
Richardson, che non ha i poteri per licenziare nemmeno un dipendente di
qualsiasi livello.
Vero è che i risultati di fatturato e di utili del Gruppo
WPP in Italia sono stati eccezionali e di continua crescita negli ultimi 4 anni,
nonostante il mercato dei servizi di comunicazione abbiano avuto forti
decrementi.
Vero è che il Gruppo WPP in Italia ha raggiunto una posizione di
assoluta leadership forte e autorevole all'interno del mercato italiano, che ha
portato benefici nel new business, nella acquisizione di talenti e nella difesa
delle remunerazioni dei clienti e che io e tutto il management hanno lavorato
sempre per costruire più valore per WPP e i suoi azionisti.
Vero è che Sir
Martin Sorrell ha distrutto con il suo comportamento brutale e ingiustificato,
questo posizionamento in soli 14 giorni, nel tentativo di diffamare la mia
professionalità ed onorabilità, utilizzando non i tribunali con prove
documentali ma i mezzi di stampa con gossip e illazioni, per giustificare una
sua scelta personale.
Vero è che Daniela Weber è stata mia allieva e
assistente per 23 anni e ha sempre condiviso ogni aspetto del mio modo di
operare nel mondo della comunicazione, negli ultimi quattro anni al servizio
della WPP, una collega stimata e capace fino a raggiungere la carica di COO del
Gruppo.
Vero è che lo stile manageriale di Daniela Weber e il mio sono
nettamente differenti e che questo ha posto un problema di leadership in Italia,
risolta da Sir Sorrell come sappiamo. Completamente falso e ridicolo è che io
avessi concertato un piano per "svuotare" la WPP Italia, avvalendomi della
complicità di numerosi CEO delle società controllate. Tale illazione è
diffamatoria e inconsistente Ci sono tanti modi per terminare una relazione,
Sorrell ha scelto l'unico che è sbagliato e dannoso per un gruppo che fa
comunicazione Vero è che la trattativa di Mediaclub è stata avviata nel 2001 ed
è sempre stata portata avanti direttamente da Londra nella persona di Laurence
Mellman (responsabile M&A di WPP). Io, nel 2001, non ero legato da alcun
rapporto lavorativo con WPP, quindi nessun addebito può essere fatto alla mia
persona. Tra l'altro non ho mai partecipato a nessuna trattativa tra Giorgio
Maino (il venditore) e Laurence Mellman. Vero è che Mediaclub è stato approcciata
da diversi gruppi internazionali, nel 2000 da Tempus (cia) e True North.
Vero è che i motivi che hanno spinto WPP plc ad acquisire Mediaclub sono da
un lato di avere una forte agenzia media locale indipendente e dall'altro di
evitare che venisse acquisita da altro gruppo internazionale, come risulta da
una mail di Laurence Mellman del 2001.
Completamente falso è che io ho
chiesto una parcella di 8 mio €. I miei compensi come consulente del gruppo,
senza nessuna carica nei vari cda – ad eccezione di Fullsix – sono stati tutti
regolarmente fatturati in conformità al contratto da advisor stipulato.
Mi
riservo di tutelare in ogni sede ogni azione denigratoria e diffamatoria messa
in atto nei miei confronti, sereno che il mio comportamento è sempre stato
corretto e teso sempre a creare valore a WPP e ai suoi azionisti".