
Inchieste
NC. Aldo Biasi (ABC): "Ritorniamo all'etica di questo lavoro"
“Il digitale ci ha fatto perdere la ‘trebisonda’: abbiamo tutti accolto l’innovazione perdendo di vista l’etica della comunicazione, che non deve mai mancare. Dobbiamo riconquistare questi valori”. È un appello sofferto quello che lancia al mercato dalle pagine di NC Aldo Biasi, presidente Aldo Biasi Comunicazione, professionista che in virtù di una lunga esperienza nel settore vede come è cambiato questo mestiere negli anni. E quello che vede non gli piace.
Dal canto suo, da 18 anni, con la sua agenzia, cerca di operare quotidianamente in nome di quei valori etici andati persi. Un chiaro esempio di realtà nostrana che ha saputo reinventarsi ed evolvere nel tempo, restando però ben lontana da ‘mutazioni genetiche’ pericolose, e mantenendo invece sempre salda la convinzione che la comunicazione è prima di tutto valore.
A colloquio con Aldo Biasi, presidente ABC.
Aldo Biasi, da cosa nascono queste amare parole? Qual è la sfida per le agenzie indipendenti?
Dalla constatazione che tutto il mondo si è mosso davanti al cambiamento, cercando di cogliere il più possibile,senza però alcun ordine, con il risultato che si fa tutto e il contrario di tutto. I numeri stessi non sono affidabili: basti pensare a quello che è successo con i sondaggi e le elezioni di Trump o il referendum sulla Brexit, due episodi che dimostrano un momento di grande scollamento e di non comprensione fra il mondo delle ricerche e la vita reale delle persone. Ciò accade anche in comunicazione, dove si usano i bambini o le donne senza alcun senso etico, e senza alcun rispetto delle regole che fino a qualche anno fa erano valide. Con il risultato che la comunicazione stessa diventa inaffidabile. È arrivato il tempo che il nostro settore si ridia delle norme. Solo così la comunicazione può tornare ad avere la dignità e la reputazione che ha perso in questi anni.
Questa è una sfida che tutte le agenzie devono essere in grado di cogliere se vogliono un mercato sano e forte. Sicuramente, però, le realtà indipendenti possono adottare nuovi comportamenti e condividerli con i clienti senza vincoli che vengono dall’alto, facendosi promotrici di una comunicazione più etica.
Dal canto suo, ABC come si comporta in questo senso? Ha già iniziato la sua ‘battaglia’ per l’eticità?
Proprio recentemente, in occasione dell’aggressione sulla Rete con fake news al brand Mutti, abbiamo consigliato a un nostro cliente, Petti, di prendere apertamente posizione a favore del concorrente, in nome della lealtà e del rispetto reciproco. Con il messaggio ‘I nemici dei miei concorrenti sono miei nemici’, apparso sul Corriere della Sera (che aveva smontato la ‘bufala’sull’arsenico nelle passate Mutti, ndr), l’azienda ha voluto dimostrare la propria solidarietà al competitor, difendendo dei valori qualitativi.
A suo avviso qual è il valore oggi dell’italianità?
Vi deluderò, ma non ho una visione positiva. Penso che in generale l’italianità stia oggi vivendo una grande crisi, di pari passo con quella economica e di valori. Qualche anno fa il made in Italy era riconosciuto a livello mondiale come sinonimo di qualità e valore: oggi, invece, anche questo viene messo in discussione. Il mondo sta andando avanti, mentre l’Italia è ferma, troppo chiusa sui propri problemi e diatribe interne, immobile e incapace di osare. Siamo un Paese con grossi problemi sociali, in cui la comunicazione non è sentita come una priorità. Quando invece ricominceremo a fare creatività di qualità, sarà un segno che la nazione si sta riprendendo.
Uno sguardo all’anno che cisiamo appe-
na lasciati alle spalle...
Il 2017 è stato un anno positivo, che abbiamo chiuso con un incremento del +10%.
Abbiamo acquisito Crn, un brand del Gruppo Ferretti (yacht di lusso, ndr), e abbiamo reintrodotto sul mercato un marchio storico del gruppo Coswell, Prep. Per quanto riguarda i clienti consolidati, abbiamo rivisitato il posizionamento del Gruppo Conad, inaugurato con una campagna che ruota attorno al concept ‘Nessun uomo è un’isola e neanche un supermercato lo è’. La colonna sonora dello spot è firmata da Giovanni Allevi. Abbiamo inoltre seguito un’attività di motivazione del personale interno per una cooperativa del gruppo con l’obiettivo di accrescere e rafforzare il consenso interno. Siamo, insomma, stati impegnati su progetti strategico/creativi importanti, che ci hanno dato grande soddisfazione.
Quali obiettivi avete per il 2018? Quali le maggiori sfide che affronterete?
Stiamo chiudendo un accordo di partnership con un’agenzia indipendente specializzata nel digitale, che andrà ad affiancare la nostra agenzia interna We-B. Ovviamente vogliamo continuare crescere. Ma un obiettivo che mi sta a cuore è di ricominciare a vincere Leoni a Cannes, con creatività che abbiano un respiro worldwide, che lascino davvero il segno.
Ilaria Myr