Csr
Sodalitas: Ritorno all'etica e ai 'fondamentali' per fronteggiare la crisi
È stata presentate questa mattina, a Milano, la 7° edizione del Sodalitas Social Award, il premio promosso da Fondazione Sodalitas per le aziende e le organizzazioni pubbliche che si sono distinte nella realizzazione di programmi di alto contenuto e valore sociale. "La novità più importante – ha spiegato Ugo Castellano, consigliere delegato alla gestione di Fondazione Sodalitas - è il focus sulla sostenibilità, cui sarà dedicato un premio speciale per le imprese che avranno promosso programmi di coinvolgimento dei cittadini/consumatori verso stili di vita più sostenibili".
"Il premio, però – ha proseguito –, non è solo un riconoscimento alle aziende virtuose, ma anche uno strumento per conoscere più da vicino la realtà della Csr in Italia, ascoltando il mercato. Per questo abbiamo dato vita a due nuovi strumenti: un'indagine di Gfk Eurisko che dà un quadro dei trend in atto in seno alla Csr, e un osservatorio sugli atteggiamenti e i comportamenti delle imprese nei confronti di queste tematiche. In quest'ottica stiamo anche rinnovando il sito www.sodalitas.socialsolution.it, che oltre a rappresentare il più ampio database europeo, con oltre 900 case history, consentirà presto anche analisi statistiche sui comportamenti delle imprese che hanno partecipato alle sette edizioni del Social Award".
L'iscrizione al premio è gratuita, ed è possibile partecipare inviando la scheda di iscrizione disponibile assieme al bando sul sito www.sodalitas.it, entro il 31 gennaio 2009.
Alessandro Beda, consigliere d'indirizzo della Fondazione, ha successivamente moderato un dibattito cui hanno partecipato Paolo Anselmi (senior vice president di Gfk Eurisko), Elio Borgonovi (professore ordinario dell'Università Bocconi), Luciano Martucci (presidente e amministratore delegato di IBM Italia) e Laura La Posta (giornalista de Il Sole 24Ore).
Anselmi: una visione strategica della 'responsabilità
sociale'
Presentando un'indagine realizzata nel primo semestre di
quest'anno su un campione di 84 imprese, il vicepresidente di Gfk Eurisko ha
illustrato come per l'80% delle aziende intervistate la Csr
ricopre un ruolo di primaria importanza e che il 54% intende
farla diventare parte integrante della cultura d'impresa. Le organizzazioni
maggiormente attive in Corporate Responsibility la considerano quindi una leva
strategica per uscire dalla crisi, tanto che il 77% delle
imprese dichiara di voler aumentare nei prossimi anni gli investimenti in
responsabilità sociale.
"C'è però uno scarto fra la percentuale di chi
ritiene la Csr molto importante e chi invece dichiara di averne una conoscenza
approfondita e di praticarla. Le imprese socie di Sodalitas rappresentano
inoltre una 'pattuglia avanzata' sul piano delle pratiche oltre che delle
conoscenze/competenze in materia di responsabilità sociale. Ma oggi è opportuno
chiedersi se il nuovo scenario che si è determinato con la crisi finanziaria
agirà nel senso di confermare o di attenuare l'orientamento verso la Csr da
parte delle imprese".
Borgonovi: tornare ai basic del fare impresa
"La crisi
finanziaria ci deve insegnare che l'autoregolamentazione dei mercati non ha
funzionato – ha detto Borgonovi –, così come non hanno funzionato i sistemi di
rating e di controllo. I problemi chiave oggi sono sintetizzabili in parole come
responsabilità, trasparenza, fiducia, credibilità e coerenza. È arrivato il
momento di tornare tutti, l'accademia, le imprese, le banche, a ragionare in
termini di economia e relazioni reali, anziché virtuali, di carta. Ciò vuol dire
tornare al significato originario di fare impresa, diversificando il rischio,
che non significa affatto diffonderlo e distribuirlo ovunque. Perché questa è la
negazione stessa del concetto di responsabilità sociale".
Martucci: Csr, un impegno che non può cessare
Una
risposta diretta alla domanda posta da Anselmi è arrivata dall'ad di IBM
Italia: "L'82% delle imprese,
come mostra l'indagine, ha investito soiprattutto nel
supporto al non profit, ma una conseguenza diretta
della stretta creditizia sarà la mancanza di fondi per atteggiamenti di tipo
filantropico. Anche per chi utilizza la Csr con finalità quali il miglioramento
della reputazione e delle relazioni con gli stakeholder (ndr: le due voci,
rispettivamente con il 67% e il 60%, sono
state indicate ai primi due posti dai rispondenti all'indagine Eurisko), il
rischio è quello di veder scomparire nel nulla gli investimenti. Per chi invece
ragiona in termini di Csr 'integrata' nei propri processi aziendali, questa
potrà rivelarsi un ottimo strumento se non per uscire dalla crisi quanto meno
per sopravvivere".
La Posta: a novembre il nuovo 'Rapporto Etica & Impresa' de Il
Sole 24Ore
L'appunto con il prossimo 'Rapporto Etica &
Impresa' edito da Il Sole 24Ore è previsto per l'11 novembre prossimo, e in
quell'occasione saranno pubblicati i risultati dell'osservatorio realizzato dal
quotidiano di Confindustria in collaborazione con Sodalitas, il Csr Manager
Network e Anima sul sentiment delle aziende verso la Csr in questo momento di
crisi. "La maggioranza degli intervistati – ha detto La Posta – ha dichiarato
che pur non intendendo tagliare i propri programmi di Csr, si concentrerà su
quelli interni, quelli rivolti alle proprie comunità e sulla rendicontazione. Il
70% dichiara inoltre una crescente necessità di migliorare gli
aspetti di governance: ed è proprio in questa chiave che la Csr giocherà un
ruolo fondamentale per uscire dalla crisi".
(In allegato la ricerca di GfK Eurisko)
Tommaso Ridolfi