Interviste
Eventi Low Budget. Budelli, alle agenzie il compito di ottimizzare l'investimento
Prima la crisi, che con il suo tsunami ha provocato tagli agli investimenti pubblicitari e una diffusa quanto dovuta nuova austerity, ora i segnali di ripresa all’orizzonte. Il settore degli eventi ne esce, rispetto agli altri comparti della comunicazione, a testa alta, ma qualcosa è cambiato. Innanzitutto i budget, a volte ‘congelati’, a volte ridotti.
Tra le tipologie di eventi, il Bea-Best Event Awards ha introdotto il Low Budget, che si caratterizza, quindi, non più in base a una precisa fascia di investimento (meno di 50.000 euro), ma per il fatto di essere una vera e propria tipologia, al pari delle convention e dei lanci di prodotto. Il perché della scelta sta nel fatto che, spesso, a un basso investimento corrisponde una dose di creatività tale da sovvertire anche gli eventi più tradizionali. Sarebbe come dire: ‘fare di necessità virtù’. Ma da parte delle aziende, fare eventi low budget significa pretendere la stessa qualità al minor prezzo, spremendo quindi i margini d’agenzia, oppure essere davvero disposti a sovvertire gli schemi e a rinunciare alle grandi spettacolarizzazioni in nome di una creatività più spinta?
Abbiamo voluto girare la provocazione ad alcune agenzie di eventi. Dopo l'intervista a Mameli di One for One, a Lanza di Piano B, a Cassone di Alphaomega, a Martelli di Estra, a Mascheri di Sinergie, a Bo di Come, a Giovenco di Dpr Eventi (vedi notizie correlate), riportiamo di seguito l'intervento di Michele Budelli, executive director EventiSamarcanda.
A suo avviso, qualità e riuscita di un evento possono rimanere alte a fronte di un investimento ridotto?
Per una realtà giovane e dinamica come la nostra, gli eventi low budget sono tutt’altro che poco frequenti; di conseguenza abbiamo imparato a strutturarci e a trasformare quella che di fatto è una necessità in un’occasione di crescita e sviluppo. In realtà, in effetti, sono profondamente convinto che ciò che fa la differenza nella realizzazione di un evento, a prescindere dal budget, sia l’idea creativa.
Per la sua agenzia, quanto ha influito la crisi nella richiesta di questo tipo di eventi?
Come accennavo prima, non si tratta di un’assoluta novità. Anche prima ci trovavamo ad organizzare eventi dal budget limitato: la differenza è che mentre prima si trattava a volte di un format strategico, ora si tratta di una necessità. In ogni caso, è importante sottolineare come la filosofia di un’agenzia come la nostra sia sempre stata e sia tuttora quella di fornire ai clienti una consulenza valida e costruttiva, che punti a non far spendere loro più del necessario, anzi. Il nostro compito di consulenti ci impone l’etica di suggerire sempre la soluzione più giusta, ovvero quella in grado di mediare tra tutte le necessità, da quelle comunicative a quelle economiche.
Le aziende che vi chiedono eventi ‘low budget’ vogliono eventi simili a quelli dei tempi più floridi, ma con budget ridimensionati, oppure si adattano alla disponibilità di un investimento ridotto? Low cost, insomma, oppure low budget?
Possono capitare entrambi i casi, e ciò che penso in proposito è che siccome l’evento è per l’azienda una sorta di vetrina, è davvero molto rischioso giocare con la propria immagine per rispondere alla necessità di far quadrare i conti a tutti i costi. Insomma, la mia idea è che piuttosto che fare un evento davvero low cost sia meglio non farlo. Noi preferiamo chiaramente gestire un evento low budget che uno low cost, e fare a quel punto tutto ciò che possiamo per garantire al cliente un eccellente ritorno d’immagine. È chiaro che un budget basso può rendere necessari da parte nostra maggiori sforzi, ma la nostra bravura dev’essere proprio quella di supplire il più possibile con la creatività e di non far pesare troppo tali sforzi sull’agenzia. L’obiettivo è dunque quello di ottimizzare sempre il budget a disposizione senza che la nostra realtà ne soffra. Insomma, uno sforzo verso il committente è sempre doveroso, ma la svalutazione del nostro lavoro non è né corretta né utile ad alcuno.
(Nella foto, evento realizzato il 10 giugno 2010 per Nintendo Italia in collaborazione con GameStop Italy. Apertura straordinaria notturna dello Street Store GameStop di C.so XXII marzo a Milano in occasione del Day One di Super Mario Galaxy 2)
L’evento Low Budget ha acquisito dignità come tipologia : non è un caso che anche al Bea vi sia una categoria ad hoc, e che l’edizione del 2009 dell’EuBea abbia visto trionfare un progetto a investimento ridotto, ‘The biggest concert in the world’, dell’agenzia Jung von Matt/relations GmbH. Qual è a riguardo la sua opinione?
La mia opinione è che si tratti di un riconoscimento da parte del mercato dell’evidenza della circostanza, che però testimonia ancora una volta la mia tesi, cioè che in fin dei conti è l’idea creativa che vince. C’è quindi dignità per tutti gli eventi, compresi quelli low budget. Certo, questa situazione non fa che acuire la competizione tra le agenzie di Event Management, ma la cosa non ci spaventa, anzi, ci stimola, perché dà la possibilità anche alle realtà di piccola e media grandezza di competere a livello internazionale. Questa è una straordinaria prospettiva per chi, come noi, crede molto più nelle persone che nelle strutture fortemente gerarchizzate: con il giusto slancio creativo, anche il piccolo può davvero diventare grande...

