Inchieste

Palinsesti impazziti: la parola ai centri media

In merito alle riflessioni di Aldo Grasso sulla "follia dei palinsesti", pubblicate ieri sul Corriere della Sera, Advexpress ha raccolto le opinioni degli esponenti dei maggiori centri media, per i quali il continuo "balletto" dei programmi, con sforamenti, spostamenti e cancellazioni, potrebbe non essere senza conseguenze.

"La follia dei palinsesti": così Aldo Grasso definisce il continuo balletto di sforamenti d'orario, frettolosi spostamenti dei programmi da una fascia d'orario all'altra, soppressioni improvvise che ormai caratterizza il panorama televisivo. Nell'articolo "Programmi tv, in onda la follia dei palinsesti", apparso ieri, 28 settembre, sul Corriere della Sera, Grasso osserva: "La sensazione è che la nostra programmazione venga raschiata ogni giorno, senza sosta, da una mano insensata. Ciò che vediamo sul piccolo schermo corrisponde raramente a ciò che è riportato nelle guide ufficiali". Qualche esempio: "La seconda serata non esiste più. Gli show finiscono all'una di notte, con buona pace di chi la mattina deve alzarsi. Un telefilm di successo come Dr. House viene brutalmente spostato causando la ribellione dei telespettatori; il programma di Bonolis va in prima serata, poi in seconda, poi viene collocato nella fascia preserale; Reality Circus dal lunedì passa alla domenica, dalla domenica al mercoledì: una giostra".

Fra i flop più evidenti, quello delle quattro serate di Miss Italia, o della fiction di Luca Barbareschi "Giorni da Leone 2", e soprattutto "Fattore C" di Paolo Bonolis. Grasso si chiede "Da cosa dipende questa debolezza intrinseca della tv generalista, questa assurda partita a scacchi che denota mancanza di rispetto nei confronti dello spettatore?" Una prima risposta è che "la disarticolazione dei palinsesti dipende anche dal fatto che in troppi ci mettono le mani. Orami personaggi come Lucio Presta, Bibi Ballandi, Lele Mora, Beppe Caschetto contano più dei direttori di rete". Oppure: "Qualcun altro, più addentro, [la follia] la spiega con la difficoltà delle reti ammiraglie (specie Canale 5) a raggiungere gli obiettivi pronessi agli investitori pubblicitari".

Il tema, comunque, non è irrilevante, soprattutto per le ricadute che la girandola di modifiche dell'ultimo minuto ai palinsesti può avere sulle pianificazioni pubblicitarie, e dunque sull'esito degli sforzi di centri media e investitori. Advexpress ha deciso di approfondire la questione interpellando alcuni esponenti dei maggiori centri media, per conoscere il loro punto di vista. Nelle notizie correlate riportiamo gli interventi di Walter Hartsarich (Aegis Media), Roberto Binaghi (Omd), Luca Montani (Initiative), Fabio Ferrara (Starcom), Roberto Roseano (Media Italia).

Claudia Albertoni, Elena Colombo