Interviste

Merico di K-events, "ci stiamo trasformando da 'Boutique' a 'Industry' degli eventi"

La crisi ha permesso di mettere in luce il vero valore delle agenzie che erano sul mercato degli eventi premiando quelle che erano più forti e preparate a reggere le difficoltà. Gli investimenti sono più oculati e i clienti tendono a rivolgersi ad agenzie che garantiscano alti standard qualitativi. K-events chiude il 2009 in grande crescita e si prepara ad affrontare il futuro a partire da una profonda ristrutturazione interna.

Proseguono le interviste alle maggiori agenzie di eventi per azzardare un primo bilancio della situazione di mercato nel primo trimestre 2010 (vedi notizie correlate).

Merico_Simone.JPGIl nocciolo della questione è: dopo un anno di crisi conclamata, cosa sta accadendo nelle agenzie? C'è davvero la tanto attesa ripresa? Oggi diamo spazio all'intervento di Simone Merico, amministratore delegato di K-events.

Come avete iniziato il 2010?
Direi con il piede giusto. Abbiamo chiuso il 2009 in grande crescita rispetto al 2008 a discapito di quelle che erano le previsioni del mercato e il 2010 si è aperto altrettanto positivamente. Numerosi i progetti che ci trovano impegnati sia al livello nazionale che internazionale.

Come percepite il mercato?
Indubbiamente la crisi si è fatta sentire e gli investimenti sono più oculati. I clienti tendono a rivolgersi sempre più a quelle agenzie che assicurano loro il miglior risultato e K-events è sicuramente una delle più strutturate del mercato. Il know how acquisito in tanti anni di esperienza sia rispetto alle aziende sia nell’universo show fa si che possiamo assicurare non solo alti standard creativi ma anche realizzativi, in tempi rapidi, così come richiede il mercato. Una caratteristica che ci fanno sempre notare i clienti è  la nostra capacità di rispettare ciò che abbiamo immaginato in fase di gara.

Quanto state lavorando?
Direi abbastanza. Sia per ciò che riguarda la parte corporate che per la parte show. Abbiamo anche iniziato un percorso di trasformazione e riorganizzazione per passare da 'Boutique' a 'Industry' degli eventi che ci impegna molto ma che sta dando i suoi frutti, tanto da poterci permettere di  poter giocare su  più tavoli, nazionali e internazionali, contemporaneamente conservando competitività e standard qualitativi.
       
Avete ottenuto nuovi incarichi di recente?
Un evento è tale perché inaspettato. Se raccontassi che cosa bolle in pentola non sarebbe la stessa cosa. Diciamo che ci stiamo muovendo da un continente all’altro e su tutto il territorio nazionale. Molto presto ne saprete di più.
    
Cosa vedete nel futuro del mercato degli eventi?
Il mercato sta riconoscendo sempre di più il valore degli eventi e di coloro che li sanno realizzare. Questa crisi ha permesso di mettere in luce il vero valore delle agenzie che erano sul mercato premiando quelle che erano più forti e preparate a reggere le difficoltà.

Come avete reagito alla crisi? Come vi siete attrezzati?
Abbiamo deciso di ristrutturaci. È stato un lavoro faticoso ma che ha subito ha dato i suoi frutti.

Quali sono i format di eventi che hanno ‘tenuto’ nonostante la crisi e che vengono maggiormente utilizzati dai vostri clienti? 
Senza dubbio le convention.

Insomma, questa crisi sta o non sta passando?

Io sono un ottimista per definizione: dobbiamo essere positivi. Diciamo che piano piano cominciamo a percepire un cambiamento e ne siamo felici.

Serena Roberti